
kolleritsch, in questo suo testo in prosa, rivolge due lettere simboliche ai figli, avuti in eta` gia` matura, mitizzando l`infanzia come "luogo" della condizione umana, nonche` metafora essenziale della creazione poetica. l`autore vuole mettere in guardia i figli-lettori da qualunque verita` assoluta o certezza definitiva, suggerendo un diverso rapporto con il mondo, piu` libero e creativo.




con giovanni botero la "ragion di stato", per la prima volta nella storia delle idee, diventa oggetto di una riflessione ampia e articolata che fa emergere (anche se poi la formula e` stata usata con un`accezione riduttiva, distante da quella originaria) una scienza del governo monarchico, di ispirazione cattolica e con intenti chiaramente antimachiavellici, ma con non pochi debiti nei confronti dell`autore del "principe". lungi tuttavia dal limitarsi a un`opera di confutazione, il trattato di botero sfrutta un`ampia informazione che alla solida cultura classica e scritturale congiunge conoscenze storico-geografiche derivanti dalle scoperte avvenute durante il secolo. e rispecchia una visione in cui la politica e` legata non solo alle leggi e alle armi, ma anche all`economia e alla demografia. decisamente moderna e` la sua concezione di misurare la potenza di uno stato dalle variabili economiche, fra le quali da` la massima importanza allo sviluppo delle attivita` produttive e commerciali. la presente edizione critica propone il testo definitivo del 1598, arricchito da tutte le varianti delle principali versioni precedenti (non solo la princeps del 1589, ma anche quelle del 1590 e 1596), il che consente di seguire il lavoro di revisione condotto dall`autore. introduzione di romain descendre.





