
"affascinata fin dall`inizio da quel gran movimento di luci, di suoni, di animali, di esercizi sulla corda (al modo degli angeli) e di virtuosismi che e` ogni circo; ossessionata dalla scoperta di rouault, miro`, chagall, max jacob, seurat, dubuffet, picasso e perfino klee; con il desiderio evidente di non porre argine al "fluxus" dell`espressione, la pittura di miller mi sembra soprattutto una mimesi inarrestabile del metodo di apprensione di se` e del mondo che e` tipico della sua scrittura. un metodo che e`, appunto, sempre e di nuovo un ricominciamento." (dallo scritto di roberto sanesi)

"prima della grande guerra, man ray gia` apparteneva al gruppo di pittori le cui opere avevano fatto epoca nello sviluppo delle idee artistiche rivoluzionarie. le sue tele del 1913-1914 rivelano il risveglio di una forte personalita` attraverso l`interpretazione particolare che egli da` del cubismo e della pittura astratta. giunse a parigi nel 1921, gia` noto come dadaista, e si uni` al dinamico gruppo parigino con breton, aragon, eluard, tzara e max ernst, che avrebbero fondato il surrealismo tre anni dopo. il cambiamento di ambiente impresse un nuovo impulso alle attivita` di man ray. si dedico` alla fotografia e giunse a trattare l`apparecchio fotografico come trattava il pennello, ossia come un semplice strumento al servizio della mente. e sempre a parigi, all`istituto poincare`, che venne attirato dagli "oggetti matematici sempre belli nella loro specifica natura" e che dipinse numerose tele la cui intrinseca bellezza e` posta a contatto con temi organici. oggi, ritornato a hollywood, dove scrive, dipinge e tiene conferenze, man ray ha preso posto tra i `vecchi maestri dell`arte moderna`." (marcel duchamp, 1949)