
la piccola naja viene sospinta dalle steppe dell`uzbekistan alla germania del dopoguerra come da un vento fatale. suo padre, ul`an, l`ha affidata all`ufficiale tedesco gunter berger con il quale ha combattuto, insieme a molti altri nomadi convinti di avere uno stesso nemico, la russia di stalin. naja deve integrarsi in una nuova famiglia e in una nuova societa`. la memoria del suo popolo la difende, la protegge ma, quando la vita la incalza, e` capace di lottare, di cambiare, di crescere. alla voce narrante di naja e` affidato il racconto delle sue peripezie di bambina e di donna alla ricerca di un posto nel mondo, ma anche del mitico passato dei tuncia`n, nonche` la memorabile ricostruzione corale della disfatta tedesca in russia.

"dove andate?" istanbul. confine di trieste, ore 16, vento di nordest. il poliziotto sloveno confronta i ciclisti sbucati dal nulla con le foto segnaletiche sui loro passaporti. altan francesco, 58, vignettista. rigatti emilio, 47, professore. rumiz paolo, 53, giornalista. i tre matti in mutande aspettano davanti all`autorita` costituita, si godono l`effetto della loro risposta demenziale. sanno che l`uomo in divisa deve calcolare in fretta molte distanze anomale. primo, tra la lentezza delle bici e la lunghezza della strada, duemila chilometri. secondo, fra la rispettabile maturita` dei viaggiatori e le loro sacche da globe-trotter. terzo, tra la nobilta` della meta finale e la miseria che c`e` in mezzo, i balcani.

"neppure un rigo in cronaca" e` una storia abbastanza autobiografica, un po` nostalgica, un po` gialla, decisamente divertente, ambientata nella milano di fine anni cinquanta, prima del boom economico. quando, nei quartieri di periferia, che avevano ancora l`aspetto di paesoni, la vita si svolge in piazza, i bambini giocano a tollini in strada, compaiono le prime fiat 500, arriva la 7up, i gelati si fanno con le polverine e tutti cercano invano di azzeccare una risposta a "lascia o raddoppia?" mentre in centro sorge la torre velasca, il nuovo simbolo della citta` borghese e moderna. e proprio qui si svolge la piccola grande avventura di cui sono testimoni i narratori del romanzo, due bambini, assieme alla loro amica del cuore, maria detta madu`. al diciannovesimo piano della torre velasca una banda criminale improvvisata ha infatti deciso di compiere una rapina a scopo di denuncia politica. protagonisti del colpo sono il maestro di scuola elementare di origini napoletane silvio diotallevi, il gelataio comunista pugliese defendente lopane, il proprietario del bar tabacchi, dove ci si ritrova a giocare a biliardo e a guardare la tv, gilberto alberti e suo cognato, il giornalista frustrato claudio brusa. a loro si uniscono poi un piccolo malavitoso, antonio mitri, e un attore marxista noto per la sua noia, paolo ciampin. tutto e` stato pianificato nei dettagli perche` scoppi lo scandalo...






considerati tra i capolavori della letteratura del novecento, questi quindici racconti - terminati nel 1906 ma pubblicati soltanto nel 1914 perche` per la loro audacia e realismo gli editori li rifiutarono - compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l`infanzia, l`adolescenza, la maturita`, la vecchiaia, la morte. fa da cornice a queste vicende la magica capitale d`irlanda, dublino, con la sua aria vecchiotta, le birrerie fumose, il vento freddo che spazza le strade, i suoi bizzarri abitanti. una citta` che, agli occhi e al cuore di joyce, e` in po` il precipitato di tutte le citta` occidentali del nostro secolo.

in "los angeles", la newyorkese a. m. homes si installa nel famoso chateau marmont e usa quel luogo mitico come un prisma attraverso il quale guardare ed esperire la cultura di los angeles, quella passata e anche quella che si prepara per il futuro. costruito negli anni venti, chateau marmont e` stato rifugio di personaggi famosi che lo hanno scelto come palcoscenico di spezzoni di vita di volta in volta drammatici, fortunati, folli. mecca mitologica, e` il perno intorno a cui si muove una citta` di visionari, romantici e sognatori e che e` da sempre un variegato sfondo sul quale si proiettano le identita` e i luoghi emblematici dell`america.

jorn klare, figlio di una settantenne colpita da demenza senile, racconta la sua esperienza alternando voci diverse e appartenenti a diversi momenti: i suoi pensieri su una realta`, certamente per lui inedita, faticosa, ma non priva di squarci di luce; i ricordi della madre, registrati prima che si ammalasse; infine, gli approfondimenti con esperti di vari settori, medici, geriatri, assistenti alla cura, filosofi, sociologi, che, con grande ricchezza informativa, affrontano questioni molto concrete. restituisce cosi` una prospettiva molteplice che offre al lettore un valido accompagnamento lungo un percorso difficile da accettare.

in questo libro vengono esaminate le radici dell`amore nell`ambito della famiglia, della relazione tra genitori e figli e di quella tra uomo e donna. il testo illustra le leggi che guidano il nostro comportamento all`interno di tali relazioni e individua cosa provoca sofferenza e cosa puo` consentirci di liberarcene; in altri termini, spiega come possiamo trasformare l`amore cieco in una forma di amore piu` consapevole. oltre a una sintesi chiara e di facile lettura dei concetti basilari e degli ultimi sviluppi del lavoro delle costellazioni familiari cosi` come sono stati elaborati dal loro ideatore, bert hellinger, il lavoro include anche un`ampia casistica e una serie di esempi pratici tratti dalla vita quotidiana.






che cosa sono le montagne italiane? quale identita` portano con se`? alpi e appennini disegnano, insieme, una sorta di grande punto interrogativo. che ha due risposte diverse. un viaggio di ottomila chilometri che cavalca la lunga gobba montuosa della balena-italia lungo alpi e appennini, dal golfo del quarnaro (fiume) a capo sud (punto piu` meridionale della penisola). esso parte dal mare, arriva sul mare, naviga come un transatlantico con due murate affacciate sul mare, e lungo tutto il percorso evoca metafore marine, come di chi veleggiando forse vola - in un immenso arcipelago emerso. trovi valli dove non esiste elettricita`, grandi vecchi come bonatti o rigoni stern, ferrovie abitate da mufloni, case cantoniere e paracarri da leggenda, bivacchi sotto la pioggia in fondo a caverne, santuari dove divinita` pre-romane sbucano continuamente dietro ai santi del calendario. e poi parroci bracconieri, custodi di rifugi leggendari, musicanti in cerca di radici come francesco guccini o vinicio capossela. un`italia di quota, dove la tv sembra raccontare storie di un altro pianeta. le due parti del racconto, alpi e appennini, hanno andatura e metrica diversa. le alpi sono pilastri visibili, famosi; sono fatte di monoliti bene illuminati e sono transitate da grandi strade. gli appennini no: sono arcani, spopolati, dimenticati, nonostante in essi si annidi l`identita` profonda della nazione. storie che scivolano e volano insieme ai luoghi e parlano della parte piu` segreta del nostro paese.