
Ristampa di un classico del 1975.

chi e` siddharta? e uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita. passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualita`, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perche` cio` che va cercato e` il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. e alla fine quel tutto, la ruota delle apparenze, rifluira` dietro il perfetto sorriso di siddharta, che ripete il "costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di gotama, il buddha, quale egli stesso l`aveva visto centinaia di volte con venerazione". siddharta e` senz`altro l`opera di hesse piu` universalmente nota. questo breve romanzo di ambiente indiano, pubblicato per la prima volta nel 1922, ha avuto infatti in questi ultimi anni una strepitosa fortuna. prima in america, poi in ogni parte del mondo, i giovani lo hanno riscoperto come un loro testo, dove non trovavano solo un grande scrittore moderno ma un sottile e delicato saggio, capace di dare, attraverso questa parabola romanzesca, un insegnamento sulla vita che evidentemente i suoi lettori non incontravano altrove.






"in queste tre pie`ce bernhard concentra la sua attenzione su quella figura di interprete-esecutore-attore che e` al centro di tutta l`impalcatura della sua opera e di cui egli ora, riducendo al massimo i termini della rappresentazione, rimette in gioco il senso. (...) contraddizione e spettacolo come termini interscambiabili. soprattutto l`apparenza inganna e semplicemente complicato mimano le contraddizioni di cui e` fatta non solo l`esistenza dell`attore, ma quella di chiunque tenti di arrivare a una propria rappresentazione del mondo." (dal saggio introduttivo di eugenio bernardi)







questo libro e` stato scritto mentre imperversava la disumana `chiusura dei porti` imposta dal governo italiano allora in carica a danno di profughi in fuga dall`inferno libico. quella pagina vergognosa della nostra storia recente, che ha macchiato l`onore del nostro paese, e` stata anche rivelatrice di un male antico e sempre latente: il lauto consenso che premia la demagogia xenofoba. drammatica conferma, nell`ottantesimo anniversario delle leggi razziali italiane, della vitalita`, anche da noi, di quello che umberto eco defini` efficacemente il .

considerato l`archetipo del romanzo gotico, "i misteri di udolpho" fu pubblicato nel 1794, anno dell`ascesa e della caduta di robespierre. sull`apparente struttura del racconto di formazione femminile, ann radcliffe modella un percorso attraverso gli spazi sublimi del terrore, nei quali l`eroina si smarrisce in una vertigine noir che la conduce oltre i limiti della ragione e della natura. nella francia del 1584 la giovane e sensibile emily st. aubert, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene rinchiusa dalla zia madame cheron e dal suo compagno, il perverso zio montoni, nel tenebroso castello di udolpho, sugli appennini. solo dopo una convulsa serie di avvenimenti agghiaccianti emily riesce a riacquistare la liberta` e a ricongiungersi con il suo innamorato, valancourt. l`introduzione al romanzo di viola papetti, oltre a definire il genere gotico, racconta come la "debole mano" di ann radcliffe sia riuscita a trasfigurare il castello di udolpho in una perfetta e animata macchina del terrore.

la storia e le storie delle coraggiose pioniere - giornaliste, fotografe, inviate di guerra - che hanno dato un contributo importantissimo al giornalismo italiano e, con il loro impegno, hanno rivendicato forte il diritto delle donne, nel nostro paese e non solo, a far sentire la loro voce.

