


il racconto e` scritto in prima persona da un ragazzino di dieci anni, terzo di sette fratelli, affascinato dalla dimensione fantastica che lo circonda. il mondo gli appare intriso di leggende: da quella del campo degli scomparsi dove nemmeno i gabbiani vogliono volare, alla casa del donegal dove i bambini vengono rapiti da forze sovrannaturali, a crazy joe che fissa sempre nello stesso punto da quando la donna dei suoi sogni vi si e` trasformata in volpe. il mondo pero` e` fatto anche di vita quotidiana: la realta` della citta` di derry, nell`irlanda del nord, tra gli anni quaranta e cinquanta, con i suoi conflitti politici, i suoi segreti familiari, i suoi intrighi pericolosi.

fu benedetto croce che sollecito` ada gobetti a raccontare agli amici che cos`era stata nel suo svolgimento quotidiano la lotta di liberazione. ada cosi` rievoca la sua avventura di madre che va a combattere accanto al figlio paolo, diciottenne, e ne divide i pericoli e i disagi. non c`e` divario tra la donna che sfida le pattuglie tedesche e la madre in perenne ansia per il figlio. ada e` animata da una passione di liberta`, da un bisogno di azione, da una femminile concretezza e semplicita` che si ritrovano intatte sulla pagina, in cui affiora anche la sua vena di schietto umorismo. accanto a lei figure di comandanti, di politici, o di semplici partigiani.

goebbels, fedelissimo di hitler e da lui nominato capo del partito nazionalsocialista fin dal 1926, e` stato il massimo organizzatore della propaganda nazista e una delle anime nere del periodo piu` oscuro della storia tedesca. in questo volume vengono presentate le memorie autografe di quest`uomo politico relative al 1938, l`anno in cui goebbels stesso diresse l`incendio delle sinagoghe e il saccheggio delle case degli ebrei e preparo` il popolo tedesco alla guerra ormai prossima. narra di tre giovinastri che in discoteca rimorchiano tre ragazze, le portano al mare dove la scampagnata finisce prima in uno stupro di gruppo e poi in un triplice, assai truculento, omicidio.

"elizabeth e` scomparsa!" e` scritto sui fogli che maud si ritrova nelle tasche, appiccicati al frigo, vicino al telefono, e per di piu` scritti a mano con la sua grafia. maud sta diventando un po` smemorata e la sua presa sulla realta` a volte vacilla. continua a comprare barattoli su barattoli di pesche sciroppate quando ne ha la dispensa piena, si dimentica di bere le tazze di te` che ha appena preparato, e scrive un sacco di appunti per ricordare a se stessa le cose. non si dimentica pero` della sua amica elizabeth, scomparsa e probabilmente in pericolo. ma nessuno sembra darle retta, non sua figlia, non le infermiere che vengono a prendersi cura di lei, non i poliziotti, e nemmeno peter, l`egoista figlio di elizabeth. maud e` sospettosa, non ha la minima fiducia nelle loro rassicurazioni ed e` determinata a scoprire cosa e` successo. ancora non sa che le sue smemorate ricerche stanno per condurla indietro di cinquant`anni, nell`inghilterra dell`immediato dopoguerra, alla sua infanzia e a un mistero irrisolto che aleggia come un fantasma sulla sua famiglia: la scomparsa dell`adorata sorella maggiore sukey. e se il mistero della scomparsa di sukey contenesse la chiave per ritrovare elizabeth? emma healey intreccia il potere ambiguo dei nostri ricordi con la forza dei sentimenti, in un puzzle misterioso dove i tasselli vengono mescolati di continuo fino all`ultima pagina.

anni sessanta, quattro donne giocano a carte in una casa. ogni giovedi`, da molti anni, si riuniscono per fare una partita, chiacchierare, passare il pomeriggio. portano con se` le loro bambine che giocano nella stanza accanto. nessuna di loro lavora, fanno le madri, le mogli, si conoscono da molto tempo. una di loro e` incinta del primo bambino. durante il primo atto della commedia vediamo intrecciarsi le loro storie tra comicita` ed emozioni, il tutto scandito dai primi dolori della partoriente: il tema piu` forte e` quello della maternita`, dei vari modi d`intenderla. e la fine del primo si chiude con una nascita: il palcoscenico deserto, le carte abbandonate sul tavolo verde, le voci trafelate delle donne fuoriscena. secondo atto oggi, quattro donne s`incontrano in un`altra casa, sono vestite di scuro. si sono riunite dopo il funerale di una delle loro madri che si e` suicidata. capiamo che sono quelle bambine che nel primo atto giocavano nella stanza accanto. a poco a poco le colleghiamo una dopo l`altra alle madri. qualche volta per rassomiglianza, qualche volta per assoluto contrasto. due epoche, due modi di essere donne. sono piu` felici queste donne, piu` realizzate? a tratti pare essersi spezzata una catena, meglio o peggio, chi lo sa? inevitabile. ma l`identita` stessa femminile sembra a tutte loro qualcosa di indefinibile e percio` perennemente a rischio, oggi come ieri. una specie di energia, di follia che non vuole farsi disarmare, che risorge sempre dalla morte per dare la vita.

samia e` una ragazzina di mogadiscio. ha la corsa nel sangue. ogni giorno divide i suoi sogni con ali`, che e` amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. mentre intorno la somalia e` sempre piu` preda dell`irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre piu` forte la lingua della sopraffazione, samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle olimpiadi di pechino. arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. il suo vero sogno, pero`, e` vincere. l`appuntamento e` con le olimpiadi di londra del 2012. ma tutto diventa difficile. gli integralisti prendono ancora piu` potere, samia corre chiusa dentro un burqa ed e` costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il "fratello di tutta una vita" le cambia l`esistenza per sempre. rimanere li`, all`improvviso, non ha piu` senso. una notte parte, a piedi. rincorrendo la liberta` e il sogno di vincere le olimpiadi. sola, intraprende il viaggio di ottomila chilometri, l`odissea dei migranti dall`etiopia al sudan e, attraverso il sahara, alla libia, per arrivare via mare in italia.





quest`antologia dai "saggi" raccoglie i pensieri di michel de montaigne sull`altro da se`, la malattia, il corpo, i cannibali e lo straniero e ripercorre i temi di un`impresa intellettuale che non ha eguali nel pensiero occidentale. che cosa so? che cosa sono? accompagnato da queste domande radicali sul valore delle proprie affermazioni e sulla sua stessa persona e con una volonta` di scarnificazione che avrebbe fatto dei "saggi" il prototipo della letteratura dello scavo interiore, montaigne inizio` un viaggio mentale senza termine ultimo. questo viaggio mentale arrivo` anche a lambire il mondo "barbaro" dei "cannibali" americani scoperti da colombo. avra` l`effetto di una detonazione. nel descrivere i loro costumi e ideali di vita, montaigne impiego` un linguaggio profondamente nuovo. chi sono i veri barbari? sono tali i cannibali, perche` accusati di essere dediti alla poligamia e al consumo rituale di carne umana, oppure sono barbari i conquistadores che in nome del dio cattolico scelgono di correggere i nativi americani con ogni mezzo, opprimendoli e uccidendoli? un`antologia dai "saggi" che valorizza a pieno titolo la loro attualita` laica: vere e proprie macchine di pensiero nelle quali si radica la nostra modernita`.



luigi pareyson suggeri` di ripartire i 24 saggi contenuti in questo volume in quattro sezioni: filosofia dell`esistenza, idealismo, esistenzialismo positivo e spiritualismo cristiano, dibattiti odierni, piu` un`appendice intitolata "la filosofia italiana alla fine degli anni quaranta". alcuni di questi scritti, nonostante la loro freschezza, sono di data lontana (il saggio su carlini e` del 1941, quello su spirito e della volpe del 1947, quello su marcel del 1948) mentre altri sono di data assai recente (uno su guzzo del 1987 e uno su maddalena del 1989).


a tel kedar, una tranquilla cittadina israeliana nel deserto del negev, abitano noa e theo, il cui rapporto, in una fase stagnante, si incrina quando a lei viene affidato il compito di dare vita a un centro di riabilitazione per giovani tossicodipendenti. aiutata da muki, agente immobiliare, da linda, una timida divorziata, e da lumir, un pensionato, noa si dedica al progetto con entusiasmo e idealismo, pronta a lottare contro l`opposizione di tutta la comunita` che teme che un simile centro possa portare droga e criminalita`. non vuole mostrare le sue debolezze e chiedere l`aiuto di theo, e lui non vuole interferire dove non richiesto. se per un verso la vicenda sembra mettere a dura prova la loro relazione, dall`altro dimostra l`affetto struggente, l`infinita tenerezza e l`amore profondo che ancora li lega. sullo sfondo, le vite degli altri abitanti di tel kedar, persone colpite da grandi tragedie, ma anche personaggi buffi, pieni di vitalita` e di speranze. con "non dire notte" amos oz torna a esplorare l`animo umano, raccontando la realta` quotidiana di una comunita` lontana da tel aviv o gerusalemme e che, pur chiusa dietro un filo spinato sorvegliato da guardie, cerca di vivere la vita normale di qualsiasi altra cittadina del mondo."

gyurka non ha ancora compiuto quindici anni, quando una sera deve salutare il padre costretto a partire per l`arbeitsdienst. alla domanda perche` agli ebrei venga riservato un simile trattamento, il ragazzo rifiuta di condividere la risposta religiosa, "questo e` il volere di dio". perche` dovrebbe esserci un senso in tutto questo? poco dopo gyurka viene arruolato al lavoro forzato presso la shell, e da li`, un giorno, senza spiegazione, viene costretto a partire per la germania. la voglia di crescere, di vedere e imparare, l`impulso vitale di questo ragazzo sono cosi` marcati e prorompenti, che la sua "ratio" trova sempre una buona ragione perche` le cose avvengano proprio in quel modo e non in un altro.
il dhammapada espone, sotto forma di strofe poetiche, i concetti fondamentali del buddhismo antico. il titolo dell`opera, composta probabilmente intorno al iii secolo a. c., significa "parole di dharma" dove dharma e` parola derivata da una radice linguistica che significa "sostenere" e indica qualcosa di saldo e stabile: il termine e` passato a indicare la legge che sostiene l`universo, tanto la legge fisica quanto la legge morale. la traduzione presentata in questo volume e` stata condotta direttamente sull`originale in lingua pali: si e` cercato di mantenerla il piu` possibile vicina al testo originale, ed e` seguita da commenti che spiegano ogni strofa. il commento illustra cosi` passo per passo i principi fondamentali del buddhismo primitivo o delle origini, in modo semplice ma rigoroso, con l`intento di guidare il lettore, anche quello digiuno di buddhismo e di dottrine orientali, alla conoscenza dell`insegnamento del buddha.