adrian mole ha vent`anni e tre mesi: finalmente e` entrato nella tanto sospirata eta` adulta. ma le cose non sono come le immaginava. pandora, il suo amore di sempre, ora studia a oxford, mentre lui lavora nella biblioteca della cittadina di provincia in cui vive per immergersi nella letteratura. in realta`, timbra i libri in prestito ed e` frustrato perche` nemmeno li` si fa mai una conversazione "erudita". una vita troppo piccola per un grande io. stanco di abitare con i genitori e affamato di indipendenza, cerca una casa per conto proprio: impresa che si rivelera` assai ardua, e lo catapultera` in un mondo esilarante. lasciatosi alle spalle la sua a dir poco originale famiglia e gli improbabili amici, "ospiti" di riformatori, adrian mole ci regala il terzo capitolo della sua vita di aspirante "poeta intellettuale" che, in cerca della notorieta`, si barcamena tra surreali interviste radiofoniche, concorsi letterari e un`estemporanea passione per il nome piu` chiacchierato della casa reale. il diario trascina il lettore nelle disavventure del protagonista, tracciando sullo sfondo un ritratto ironico e impietoso della societa` britannica.
docente universitario a genova, poeta egli stesso, enrico testa ha raccolto in questo volume testi di piu` di quaranta tra poeti e poetesse italiani del secondo novecento. ne esce un panorama sfaccettato che assume non tanto le tradizionali partizioni storicistiche della materia (scuole, correnti, categorie) quanto un impegno chiaramente saggistico, che tiene conto degli aspetti linguistici, del rapporto tra il lirismo tradizionale con le altre soluzioni che lo mettono in discussione.
a diciotto anni paul porterfield e` un giovane pianista che sogna di poter suonare, un giorno, nelle grandi sale da concerto. finora, pero`, ha potuto solo voltare le pagine dello spartito per il suo idolo, l`affascinante richard kennington. quando pero` paul lo reincontra, alcuni mesi dopo, fra loro sboccia qualcosa di piu` di un`infatuazione. e paul, chiamato alla ricerca della felicita`, conoscera` la sua iniziazione alla vita.
"si puo` leggere di primo acchito, senza pause, o comunque indifferenti alle interruzioni; poiche` da qualsiasi punto si ricominci la lettura, e` come riprendere la storia da un punto fermo, senza nessi da ricordare con quanto precede. ogni pagina e` un inizio: per l`episodio che segue, per il personaggio che viene introdotto, per la situazione in cui alice si trova. [...] l`invito al lettore e` di seguire alice nel suo viaggio fantasioso cosi` come le piccole liddell l`hanno seguito in barca, lungo il tamigi, il 4 luglio del 1865. rinunciare a cercare troppo astrusi significati ha un grande effetto liberatorio; alla luce di quello che ancora una volta il saggio re di quadri sentenzia nell`ultimo capitolo: `se non c`e` nessun significato... questo, sapete, ci risparmia un mondo di guai, perche` non abbiamo piu` bisogno di cercarne uno`." (dalla prefazione di luigi lunari)
fra il 1880 e il 1881 carroll tenne, su un periodico per ragazzi, una rubrica nella quale poneva ai suoi lettori quesiti matematici in forma di racconto, commentando in seguito le risposte in modi affabulanti. in seguito, nel 1885, questi racconti matematici vennero raccolti sotto il titolo di "a tangled tale". i protagonisti di questi racconti nascondono nelle loro storie problemi logici e matematici, regalandoci una serie di episodi divertenti e l`occasione per esercitare e mettere alla prova il nostro acume matematico. ogni capitolo infatti e` una storia, ed ogni storia e` un "garbuglio" logico al quale siamo chiamati a trovare una soluzione. e sempre presente la figura del carroll di alice nella lingua e nei giochi di parole che egli usa, alternando situazioni ed elementi comprensibili ad altre assolutamente astratte e all`invenzione di parole prive di significato, ma tutte parte integrante di un`equazione, una proporzione o un sillogismo logico.