
poetico reportage di sandro sardella sul san francisco international poetry festival a cui l`autore e` stato invitato come unica rappresentanza italiana dal 26 al 29 luglio 2012 ed a cui e` stata dedicata una personale di arte visiva. "discanto in san francisco" e` pubblicato bilingue e gode della traduzione di jack hirshman e della copertina di agneta falk.

"carovana dei versi. poesia in azione" e` la raccolta dei componimenti degli autori che danno vita all`omonima performance itinerante e corale. nata in nome dei diritti culturali degli esseri umani, da nove edizioni diffonde un segnale sobrio: solo la poesia, in punta di piedi, puo` scuotere la quotidianita` e parlare all`uomo. i "movimenti" raccolti presentano, in un momento sempre piu` sclerotico e sempre meno sobrio, un coro di voci che si intona itinerante per la giornata mondiale della poesia, promossa dall`unesco, "uno spazio libero per l`ospitalita` come pratica quotidiana". e un`azione che rivela il nostro "quotidiano", un coro di voci, riflesso nelle scritture e in chi le ha composte. una forma di mise en abyme, collocata "nell`infinito" o "nell`abisso" dell`ambito artistico-letterario-intellettuale. questo testo non e` finito, ma continua a riprodursi raccogliendogli interventi di tutti coloro che vengono "investiti", prima che "contagiati", nella propria attivita` quotidiana dall`essere se stessi nella vita, prima che nell`arte poetica.

ultima figura emblematica di una ormai classica tradizione modernista, erede e testimone di quel fecondo ambiente romeno di cui facevano parte brancusi e tzara, ionesco, eliade e cioran, e come loro inevitabilmente esule, nina cassian ha percorso un tragitto artistico e umano singolare come la sua persona. nel 1985, gia` titolare di una lunga carriera di successo (con qualche strappo al morso del regime), durante un soggiorno negli stati uniti finisce nel mirino della polizia, che ha scoperto certi suoi testi a dir poco caustici contro la politica e i politicanti del paese: decide allora di non tornare in patria e chiede asilo politico. qui, sostenuta e tradotta da vari poeti americani, rinasce a nuova vita. e la scelta, la riproposta, la traduzione, a volte la vera e propria ricreazione delle poesie romene precedenti l`esilio, nonche` la stesura di nuovi componimenti - in romeno prima, e dopo qualche anno anche in inglese -, alimenteranno un corpus che non ha riscontri, ne` rivali, nell`odierno panorama poetico internazionale. si avvertono, nella voce della cassian, echi ravvicinati di tutta la piu` nobile stagione del novecento: da mandel`stam a cvetaeva, da apollinaire a brecht a celan, e si potrebbe risalire fino a emily dickinson, "sublime sorella", o anche piu` indietro, all`amoroso "furor" saffico.


il centro di questa nuova raccolta di poesie di silvia bre e` cio` che le parole tentano di raggiungere e di afferrare. la strategia che l`autrice utilizza per arrivare al cuore ultimo delle cose sara`, l`aggiramento, la variazione, la durata, un`ammirazione quasi estatica di quella frontalita` irrisolvibile. alla durezza di un confronto diretto, il linguaggio poetico della bre risponde con un assedio fatto di suadenti aggressioni e di sovrani cedimenti. attraverso il disegno di paesaggi, di singoli attimi indagati dal pensiero, di stagioni che incorporano gli esseri umani - dai notturni fino a un`alba - i versi si allargano sulle pagine oltre la propria consistenza, come per lanciarsi dall`altra parte, provando continuamente a lasciarla intravedere. si tratta di quella zona ignota, forse silenziosa, forse finale, che e` il destino stesso della poesia.

andrea de alberti e` sostanzialmente un poeta lirico. scrive di se`, delle sue esperienze, della morte del padre, del rapporto con il figlio... pero` lo fa con un taglio disassato rispetto ai canoni della poesia lirica. questi temi entrano come di straforo in discorsi di altro tipo. da quello paleoantropologico ed etologico che da` il titolo al libro, a quello che guarda ai fenomeni sociali della contemporaneita`, siano l`ikea o gli eroi della marvel. ne esce un viaggio antropologico-sentimentale lungo un percorso di poesie stranianti che catturano subito l`attenzione del lettore e lo coinvolgono in fecondi cortocircuiti mentali. e una poesia che provoca stupore perche` nasce da una condizione di stupore e da quel po` di confusione mentale necessaria per cogliere i legami fra le cose. dall`altro lato quella di de alberti e` anche poesia saldamente legata alla tradizione novecentesca, quella piu` profondamente colloquiale, quella di sereni e di raboni. e con i due maestri lombardi de alberti condivide il tema della comunita` tra morti e viventi, che diventa soprattutto comunita` di padri e figli dai ruoli intercambiabili: .

cairn e` una parola di origine gaelica che significa in due diverse accezioni: da una parte mucchi di pietre come monumenti sepolcrali preistorici, arcaiche tombe; dall`altra, in epoca moderna, i segnavia sui tragitti montani per indicare la prosecuzione di un sentiero. sono due immagini simboliche che stanno entrambe molto a cuore a testa. la prima per il rapporto con i morti, centrale da sempre nelle sue poesie, il dialogo da pari a pari con gli scomparsi, la consapevolezza di essere fatti della stessa pasta. la seconda immagine, quella del segnavia, e` legata alla ricerca di una strada che contrasti lo smarrimento esistenziale. ma i due simboli sono anche intrecciati, perche` i morti possono dare indicazioni di percorso, o perlomeno a loro si vorrebbe chiederle. tra le nuove tonalita`, quella dell`invettiva che testa adotta per la prima volta in alcune poesie di questo libro: invettiva contro un certo tipo di politici e onnipresenti figure del conformismo. il poeta dai versi sommessi questa volta ha perso la pazienza. e per riconquistarla non gli e` rimasto che muoversi in tempi e spazi remoti: dentro e fuori di se`.

spesso nella poesia di grunbein tutto parte da un`immagine colta al volo: un gruppo di migranti sdraiati in un prato, due moto incastrate dopo un incidente, una barca rovesciata da un`onda... ma poi da quell`immagine nascono altre immagini, per associazioni a volte sorprendenti, sempre illuminanti. e riflessioni che coinvolgono le piu` varie branche del pensiero, non ultime le neuroscienze e la fisica quantistica. queste connessioni improvvise e impreviste sono espresse in maniera lucida, non sentimentale, ma a partire dallo spiazzamento mentale toccano poi corde sempre piu` profonde e coinvolgenti. oppure, se non da immagini, si parte dalle parole: da metafore come quella del cervello-ripostiglio in umanista misantropo, una delle poesie piu` emblematiche; o da serie di parole legate tra loro da nessi fonetici e semantici, come nei verbi bianchi. e si procede di li`, introducendo anche elementi autobiografici, in un argomentare a briglia sciolta, sempre sul filo delle analogie e delle evocazioni. i versi di grunbein sono quanto di piuu` ambiguo si possa pensare. da un lato, con la loro lunghezza e la sintassi articolata, da`nno l`impressione di un ragionamento logico e controllato, dall`altro propongono salti sfrenati in universi di senso a cui e` possibile accostarsi solo con l`intuizione. e l`ambiguita` dei grandi poeti-filosofi, categoria alla quale grunbein appartiene ormai con piena sicurezza. schiuma di quanti raccoglie poesie dalle ultime tre raccolte di grunbein pubblicate in germania, piu` una serie di versi ancora inediti.

da raccolta poetica a scrittura usata per l`educazione della classe dirigente, fino a diventare libro ufficiale del confucianesimo, "shijing" e` una summa della poesia arcaica cinese, colta e rituale; al suo interno trovano posto 305 poesie scritte in un arco temporale che va dal 1000 al 600 a.c. riunite in un`unica antologia attorno al i secolo a.c. dalla scuola confuciana. trattato in versi di etica e politica, "shijing" e` stato tramandato nei secoli su listarelle di bambu`, pezze di seta, lastre di pietra, vasi di bronzo e carta ed e` un`opera che a lungo ha animato la vita culturale e intellettuale cinese, coniugando al suo interno temi amorosi, sessuali, nuziali, di impegno civile, di satira della societa` e di esortazione alla virtu`. in europa divenne noto a partire dal xviii secolo. il curatore e traduttore giorgio casacchia ha restituito un lavoro in cui oltre al testo in lingua originale, la sua traslitterazione in pinyin e la traduzione in italiano, trovano ampio spazio i commenti basati sugli studi dei maggiori esegeti di quest`opera. l`approccio scelto, analizzando le poesie verso per verso e parola per parola, da` conto della ricchezza e varieta` del libro, dei sui molteplici livelli di lettura (letterale, documentario, inquisitorio, edificante, filologico, storico e lirico, per citarne alcuni) e delle peripezie e stratificazioni di interpretazioni susseguitesi nei secoli, affiancando e intercalando alla "raccolta delle note con i significati secondo le tre versioni" di wang xianqian (1842-1917) numerosi commenti e note da altre fonti, moderne e non cinesi. in ragione del vasto e particolareggiato materiale presentato, quest`edizione del "libro della poesia" oltre a rivolgersi ai conoscitori della letteratura e della storia antica cinese, si rivolge anche a tutti i lettori curiosi della cultura cinese, e piu` in generale di linguistica, antropologia, letteratura e estetica.