
novello non e` stato nella vita italiana soltanto un personaggio del costume, ma la parabola intellettuale che c`e` stata nella sua vita conferma il contrario e dimostra la sua capacita` di vedere lontano piu` che da vicino, avanti piu` che nel passato. novello stesso e` sempre stato il primo bersaglio della sua ironia, della sua satira, come affermano del resto anche queste cartoline, dove novello al mare e ai monti viene ironizzato senza pieta`. in queste cartoline-lametta infatti, cancellando qua e la` con una lametta da barba che teneva sempre nel taschino, novello si inserisce nel paesaggio con una poesia sottile e scherzosa e con un inconfondibile spirito ironico. prefazione di alberto cavallari.

nel 1970 pier paolo pasolini curo` personalmente un volume di "poesie vecchie" tratte da "le ceneri di gramsci" (1957), "la religione del mio tempo" (1961) e "poesia in forma di rosa" (1964). considerava questa scelta come "un atto conclusivo di un periodo letterario per aprirne un altro" e su richiesta di livio garzanti ne scrisse l`introduzione, intitolandola "al lettore nuovo". l`antologia - qui riedita integralmente con l`aggiunta di una breve nota proponeva un volume di poesie a sei anni di distanza dall`ultima raccolta pubblicata.



scritto tra la fine del 1829 e la prima meta` del 1830, "il rosso e il nero" e` il secondo romanzo di stendhal. l`autore ne corregge le bozze proprio durante le giornate della rivoluzione di luglio, che liquida la restaurazione e inaugura la monarchia borghese di luigi filippo. di questo passaggio cruciale della storia francese stendhal restituisce con crudele fedelta` non la cronaca (malgrado il sottotitolo del romanzo), ma lo spirito, muovendo dalla realta` della provincia per approdare a parigi, dove da sempre si annodano e si sciolgono i destini politici della francia. l`impietosa analisi storica non esaurisce tuttavia la complessita` della vicenda e del suo protagonista. l`ostinata rivolta di julien sorel non e` riducibile semplicemente all`acuto senso della propria inadeguatezza economica e sociale. la sua non e` coscienza di classe, e "ii rosso e il nero" non e` il romanzo dell`ambizione e della scalata ai vertici della societa`: stendhal non e` balzac. julien sorel affronta il mondo brandendo la propria inferiorita` sociale come un`arma, ma il mondo creato dalla potenza del denaro lo disgusta, anche se tanto spesso deplora l`umile condizione in cui la sorte lo ha fatto nascere. percio` rimpiange l`epoca napoleonica (di cui questo romanzo rafforza il mito, nato gia` all`indomani di waterloo), convinto com`e` che allora fosse possibile affermarsi soltanto grazie ai propri meriti. edizione con nuova traduzione
