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nella parigi leggendaria degli anni venti, mentre gertrude stein battezzava la generazione perduta e joyce, seduto al gypsy bar, si concedeva "qualche periodo completamente irlandese di malinconia e disperazione", un cronista sardonico affilava l`arte sottile della memoria. in questi ricordi vengono "snidate" le verita` piu` sfaccettate di un nucleo di scrittori (ezra pound, t.s. eliot, francis scott fitzgerald e jean cocteau) che la fama ha ormai quasi schermato ai nostri occhi.

nel momento in cui la storia siciliana si fa storia italiana, de roberto affonda con gelido distacco il suo bisturi nel "decadimento fisico e morale di una stirpe esausta", e se ne serve per rappresentare la cancrena di un`intera nazione. il racconto si svolge tutto fra un testamento e un comizio: il primo apre il romanzo, testimoniando l`antico familismo feudale, il secondo lo chiude, dando voce alla mistificazione risorgimentale, al trasformismo, alla demagogia della nuova politica. saranno le parole dell`ultimo erede della famiglia a segnare la pace fatta tra vecchio e nuovo: "ora che l`italia e` fatta, dobbiamo fare gli affari nostri". prefazione di giovanni sabbatucci.

"un mondo che si considera prospero e civile, segnato da disuguaglianze e squilibri al suo interno, ma forte di un`amministrazione stabile e di un`economia integrata; all`esterno, popoli costretti a sopravvivere con risorse insufficienti, minacciati dalla fame e dalla guerra, e che sempre piu` spesso chiedono di entrare; una frontiera militarizzata per filtrare profughi e immigrati; e autorita` di governo che debbono decidere volta per volta il comportamento da tenere verso queste emergenze, con una gamma di opzioni che va dall`allontanamento forzato all`accoglienza in massa, dalla fissazione di quote d`ingresso all`offerta di aiuti umanitari e posti di lavoro. potrebbe sembrare una descrizione del nostro mondo, e invece e` la situazione in cui si trovo` per secoli l`impero romano di fronte ai barbari." per molto tempo la gestione di questo flusso di popoli attraverso i confini dell`impero produce un equilibrio instabile ma funzionale, che garantisce ai romani l`approvvigionamento di nuove leve per l`esercito e per la coltivazione dei campi, in cambio dell`assimilazione nei piu` grande "stato" del pianeta.

pubblicato nel 1941 e prontamente sequestrato dal regime fascista, "la mascherata", il cui protagonista e` un dittatore, e` uno dei romanzi piu` originali e apertamente provocatori di moravia. apologo satirico scritto con uno stile narrativo tutto azione, rapido e serrato, poggia su una trama politica in cui si intrecciano le vicende dell`amore del generale tereso arango e di fausta e altre storie di rivalita` e potere. scritto nel 1935 dopo un viaggio in messico, "la mascherata" si avvale di uno scenario da america latina, ma esprime tutte le ambiguita` di un`epoca in cui le prospettive politiche si affermavano nelle dittature di mussolini, di hitler, di stalin o nelle democrazie imperialiste e colonialiste francesi e inglesi.

In "Woody", documentario-intervista ricchissimo di materiale inedito, le battute ci sono tutte, e ci sono fatti e misfatti di uno dei più grandi autori del Novecento, forse l'unico che è stato capace di esorcizzare la paura della morte suscitando l'unica reazione umanamente possibile di fronte ai grandi interrogativi della vita: una genuina, liberatoria risata. Perché non bisogna aver paura della morte, basta solo non esserci quando arriverà.

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