

"il vino della solitudine" e` il piu` autobiografico e il piu` personale dei romanzi di irene ne`mirovsky: la quale, pochi giorni prima di essere arrestata, stilando l`elenco delle sue opere sul retro del quaderno di "suite francese", accanto a questo titolo scriveva: "di irene ne`mirovsky per irene ne`mirovsky". non sara` difficile, in effetti, riconoscere nella piccola he`le`ne, che siede a tavola dritta e composta per evitare gli aspri rimproveri della madre, la stessa irene; e nella bella donna che a cena sfoglia le riviste di moda appena arrivate da parigi in quella noiosa cittadina dell`impero russo - e trascura una figlia poco amata per il giovane cugino, oggetto invece di una furente passione - quella fanny ne`mirovsky che ha fatto dell`infanzia di irene un deserto senza amore. he`le`ne detesta la madre con tutte le sue forze, al punto da sostituirne il nome, nelle preghiere serali, con quello dell`amata istitutrice, "con una vaga speranza omicida". verra` un giorno, pero`, in cui la madre comincera` a invecchiare, e he`le`ne avra` diciott`anni: accadra` a parigi, dove la famiglia si e` stabilita dopo la guerra e la rivoluzione di ottobre e la fuga attraverso le vaste pianure gelate della russia e della finlandia, durante la quale l`adolescente ha avuto per la prima volta "la consapevolezza del suo potere di donna". allora sembrera` giunto alfine per lei il momento della vendetta. ma he`le`ne non e` sua madre - e forse scegliera` una strada diversa: quella di una solitudine "aspra e inebriante".







La caduta di Robespierre si distacca nettamente dalla coeva drammaturgia inglese, rappresentando un caso unico di teatro politico direttamente connesso con l'attualità più scottante. E se al dramma non si può riconoscere un autentico valore artistico, non si potrà certo negargli un alto merito documentario, tale da non giustificare l'oblio in cui esso è caduto e la scarsa fortuna editoriale di cui ha goduto nella stessa Inghilterra.

Libro in brossura, n°146 Collezione Teatro Einaudi. Anno 1971.


Portato per la prima volta sulle scene nel 1978 a Londra, Amadeus è l'ultima rielaborazione della leggenda romantica, già raccolta da Puškin, secondo la quale Wolfgang Amadeus Mozart, artista puro e genio innato, sarebbe stato vittima del geloso Antonio Salieri, compositore di corte a Vienna.









l`autrice mette in luce in questo volume lati ancora ignoti o poco esplorati che riescono a dare un`immagine non soltanto piu` compiuta, ma in una certa misura piu` nuova, dell`opera narrativa di carlo levi, nei suoi nessi con i disegni, con il manoscritto, con il linguaggio filmico e con la storia del mezzogiorno.

naipaul ricostruisce tre esemplari parabole umane, tra gli anni cinquanta e settanta del secolo scorso, che si traducono in altrettante variazioni sul potere in tutti i suoi toni, dal tragico al grottesco. la figura di mobutu, dominus del congo/zaire, e` un condensato di dissimulazione ideologica, con la sua capacita` di perpetuare le leggi dispotiche del colonialismo belga sotto una sorta di e di spacciare per maoista l`esercizio crudele della regalita`. michael de freitas alias michael x, sedicente attivista per i diritti civili, finito sulla forca per aver massacrato alcuni affiliati a trinidad, e` uno dei tanti riverberi farseschi dell`: un , che si impone come mito underground solo nell`inghilterra in cui ha trascorso la giovinezza come pusher e magnaccia. la vicenda del regime peronista ha il suo contrappunto nella passione del popolo per evita, aspirante attrice emersa dalla , e predestinata a eternare i suoi tratti fantasmatici e sensuali nella fissita` dell`imbalsamazione, dopo la morte ad appena trentatre` anni. e cornice ideale del trittico e` il magistrale saggio su joseph conrad, vero corpo a corpo critico con lo scrittore che piu` di ogni altro ha segnato naipaul, dove il personaggio chiave di diventa la sintesi archetipica delle tre parabole che abbiamo attraversato.