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pubblicato per la prima volta nel 1966, "la busta arancione" narra la vicenda di un uomo costretto da antichi conflitti infantili e da lontane determinazioni psicologiche a condurre un`esistenza paradossale. ambientato tra torino e il lago maggiore, ci fornisce un ritratto di ineguagliabile finezza delle dinamiche relazionali e familiari dell`alta borghesia settentrionale dal ventennio al dopoguerra, delineando, sullo sfondo delle vicende del protagonista, un affresco della storia italiana del novecento imperniato sui cruciali eventi del 25 luglio e dell`8 settembre 1943.

l`intera storia dell`umanita` e` in certo senso storia di migrazioni. sin dall`antichita` classica e medievale, infatti, interi popoli prima, singoli individui poi, hanno lasciato i propri luoghi di nascita alla ricerca talvolta pacifica, talaltra violenta - di nuove terre, di nuove risorse e di nuove opportunita`. un fenomeno, dunque, di lungo periodo quello delle migrazioni, destinato a subire un`accelerazione nell`ottocento sotto la spinta della congiuntura socioeconomica e dello sviluppo dei mezzi di trasporto. ed e` proprio dalla fine delle guerre napoleoniche, sebbene non manchino cenni sulle epoche precedenti, che prende le mosse questo libro per ripercorrere le vicende del fenomeno giungendo fino ai nostri giorni.

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