









credevamo che nella modernita` saremmo riusciti a lasciarci alle spalle le paure che avevano pervaso la vita in passato; credevamo che saremmo stati in grado di prendere il controllo della nostra esistenza. "noi, uomini e donne che abitiamo la parte "sviluppata" del mondo (la piu` ricca, la piu` modernizzata), siamo "oggettivamente le persone piu` al sicuro nella storia dell`umanita`". lo siamo contro le forze della natura, contro la debolezza congenita del nostro corpo, contro le aggressioni esterne. eppure proprio noi che godiamo di sicurezza e comfort senza precedenti, viviamo in uno stato di costante allarme. questo nuovo libro di zygmunt bauman e` un inventario delle nostre paure. e il tentativo di scoprirne le origini comuni, di esaminare i modi per disinnescarle e aprirci gli occhi sul compito con cui dobbiamo confrontarci se vogliamo che domani i nostri simili riemergano piu` forti e sicuri di quanto noi siamo mai stati.



protagonista di questo romanzo, originariamente pubblicato dal conte nuvoletti nel 1972 e` felicita, figlia di un contadino che, nella campagna mantovana di inizio novecento, e` riuscito a elevarsi al rango di "padrone". forte di una bellezza non comune oltre che di un carattere deciso, felicita a diciotto anni ha gia` scelto chi sara` il suo sposo: lisander, figlio di agricoltori di una casta "superiore", e fara` di tutto pur di riuscire nel suo intento. attorno alla storia di questo matrimonio di fidanzati lombardi, in cui si sente qualche eco manzoniana, nuvoletti costruisce con nostalgia e precisione un intero mondo, quello della societa` agraria padana non ancora rovinata dal consumismo e dall`evoluzione dei costumi.








gli ultimi decenni d secolo scorso sono stati segnati, tra le altre cose, dallo straordinario impoverimento del dibattito filosofico sulla matematica. le cause sono molteplici: le ripercussioni dei teoremi di incompleti di godei, il declino dei grandi sistemi filosofici e il disinteresse per il problema della teoria della conoscenza. in questo libro fre`de`ric patras, ripercorrendo brevemente e con efficacia la storia della matematica a cavallo tra il xix e il xx secolo denuncia lo svilimento del dibattito filosofico della disciplina, parcellizzata in una serie di contributi - alla biologia, all`economia e alla fisica - che ne hanno limitato l`ambizione universale. per tornare a essere centrale come attivita` creatrice e, allo stesso tempo, come garante e organizzatore dei saperi accumulati, il pensiero matematico deve abbandonare i campi specialistici e riguadagnare il suo posto nel storia della conoscenza.
