

la leggenda narra che filottete, nobile principe di tessaglia, alleato degli achei nella guerra contro troia, fu da essi abbandonato nella deserta isola di lemno a causa di una ferita fetida e incurabile. ma poiche` possedeva l`arco sacro di eracle senza il quale la citta`, secondo antica profezia, non sarebbe mai caduta, i compagni che l`avevano tradito tornarono a lemno per riprendere l`arco a qualsiasi costo. sofocle porta la vicenda sulla scena attica ponendo l`eroe al centro di un sofferto dilemma tra il desiderio di vendetta e l`interesse della comunita` achea a cui aveva legato il suo onore di guerriero. ed e` in nome di questo onore e di un dovere che supera le esigenze private e individuali che filottete decide alla fine di riprendere la via di troia per consentire ai greci di portare a termine l`annosa guerra. nel corso dei secoli, l`attenzione degli autori che riprenderanno questo mito sara` ristretta piuttosto al dramma personale. fe`nelon nel settecento e gide agli inizi del novecento approfondiranno, con mezzi diversi, il lato umano, l`io ferito di questo patetico e misterioso eroe che heiner muller, portando agli estremi le conseguenze dell`oltraggio subito e della pena, trasforma addirittura in un essere "inumano": un mostro divorato dall`esasperazione e dall`odio, che finisce per soccombere alla violenza dei suoi stessi sentimenti.

piccolo trattato messaggero di grandi e sconvolgenti verita`, secondo la definizione dello stesso galileo, il sidereus nuncius e` un testo epocale non solo per la storia della scienza ma anche per l`immaginario dell`uomo barocco. le scoperte di cui si fece araldo, oltre che contribuire ad abbattere il paradigma aristotelico e tolemaico fondato sulla rigida distinzione tra il cielo e la terra, destarono sentimenti contrastanti di entusiasmo e di smarrita inquietudine su letterati, artisti, filosofi e, fatto insolito nella cultura italiana, sulla gente comune. il cannocchiale, per la prima volta descrittovi diffusamente, usci` con quest`opera rivoluzionaria dai recinti specialistici dell`ottica per rivestirsi di valori simbolici che si riverberarono, come si dimostra nell`introduzione, sull`estetica, sull`etica e sulla critica letteraria, alimentando perfino una prosa fantascientifica conseguente alla scoperta di nuovi mondi. galileo, nanimemente vittorioso nel confronto con cristoforo colombo, ottenne con il sidereus una fama ecumenica, dalla russia alla cina, fino al giappone, divenendo subito presso i poeti, da marino a milton, lo scienziato piu` rappresentativo della modernita`.



nel 1961 il poeta homero aridijs incontra per strada una povera disgraziata che vende per due lire vecchie cartoline, vecchie immagini di se` giovane, nuda, bellissima. i suoi occhi verde smeraldo brillano ancora e il poeta la riconosce: e` carmen mondragon, in arte nahui olin, la piu` bella donna di citta` del messico quando a citta` del messico c`erano le piu` belle donne del mondo. negli anni venti e trenta. negli anni della rivoluzione, di emiliano zapata e di pancho villa. nel tempo in cui, in nome del popolo e di una liberta` che sembrava li` a due passi, un pugno di artisti e di intellettuali scosse dalle fondamenta cultura e politica, creativita` e morale di un intero paese. e proprio su questo sfondo che si muove la leggendaria storia di nahui.


giuseppe culicchia torna a rendere giocoso omaggio alla sua citta`, torino, da sempre presente in un modo o nell`altro nei suoi libri, attraverso il canto del suo monumento simbolo: la mole antonelliana. lo fa dando la parola al genio visionario di chi la concepi` e le dono` il nome, l`architetto alessandro antonelli. un personaggio che attraverso un monologo teatralmente fluviale, intervallato dal coro formato da una coppia di turisti nella torino contemporanea, ci fa toccare con mano l`ambizione che lo spinse a progettare il suo capolavoro e l`ostinazione con cui lo realizzo` malgrado la ristrettezza di vedute di committenti e amministratori. il tono e` freneticamente creativo, postmoderno nel suo urlare "voglio una mole sopraelevata / voglio una mole come in blade runner / voglio una mole esagerata / voglio una mole come daryl hannah", ma allo stesso tempo fedele allo spirito di quello che lo stesso culicchia chiama "un genio del tutto fuori sincrono rispetto ai suoi contemporanei, ma anche un noto caratteraccio".





depresso, appesantito da una pancia ingombrante, il conto in rosso, i creditori sempre alle porte, tre matrimoni alle spalle, nick belane e` un detective, "il piu` dritto detective di los angeles". bukowski gioca con un vecchio stereotipo e vi aggiunge la sua filosofia di lucido beone, il suo esistenzialismo da taverna e un pizzico di cupa, autentica disperazione. i bar, le episodiche considerazioni sul destino, il cinismo, l`ormai sbiadito demone del sesso, il fallimento preofessionale ed esistenziale, insieme alle mere invenzioni narrative, diventano il "pulp" del titolo. lontano dalle atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, il testamento spirituale di uno scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della societa` contemporanea.