
a detta dell`amico puskin, il principe petr vjazemskij era una della natura, che lo aveva scelto per far bella mostra di tutti i suoi doni, ma eccedendo, giacche` aveva combinato nel suo beniamino . poco conosciuto fuori della russia, salvo rare eccezioni ricordato soltanto come poeta della , vjazemskij fu anche critico, romanziere, memorialista. di un`intelligenza acuta, talvolta spietata, era un conversatore e narratore ineguagliabile, tanto da provocare autentiche nelle case che frequentava: non appena cominciava a raccontare le sue storie, tutti si affrettavano a raggiungerlo. storie che in gran parte figurano nei taccuini che tenne per piu` di sessant`anni, folti di aneddoti, riflessioni, brevi ritratti, stravaganze di personaggi illustri, battute e bizzarrie di chi viveva o era vissuto nella citta` che vjazemskij piu` amava, mosca, una vera e propria rispetto alla rigida e formale san pietroburgo, dove la presenza della corte sembrava condizionare anche i piu` segreti pensieri dei sudditi. , dunque, ma capaci piu` dei grandi eventi di dar voce al passato prossimo ancora vivo, non imbalsamato in trattati e libri di storia. e dopo aver letto queste pagine deliziose, non potremo che concordare con iosif brodskij: . a cura di serena vitale.
scritta in stretta collaborazione dai due pensatori tedeschi durante la guerra, l`opera risponde al bisogno di tradurre sul piano speculativo una duplice esperienza: quella dell`europa devastata dal fascismo, che gli autori si erano lasciata alle spalle, e quella della societa` americana che li aveva accolti. entrambe le esperienze provano - ed e` la tesi del libro - che l`illuminismo ha la tendenza a rovesciarsi nel suo contrario, non solo nell`aperta barbarie del fascismo, ma anche nell`asservimento totalitario delle masse attraverso la blandizie dell`industria culturale. secondo gli autori, la liberta` nella societa` e` inseparabile dal pensiero illuministico. il concetto stesso di questo pensiero, tuttavia, implica gia` il germe di quella regressione che oggi si verifica ovunque. per questo essi affermano che se l`illuminismo non accoglie in se` la coscienza di questo momento regressivo, firma la propria condanna, e che e` un dovere di tutti riflettere sull`aspetto distruttivo del progresso. gli autori vollero qui dare un contributo, poi risultato essenziale, a questa che e` una "comprensione teoretica dell`oggi". gia` edita una prima volta nel `47, l`opera e` tra l`altro uscita nei "paperbacks" nel 1980.