

: cosi` esordisce il protagonista di prima di travolgerci col disegno di una gelida vendetta: fara` innamorare alla follia una donna e poi la umiliera` con lo strumento della sua stessa menomazione per punire, attraverso di lei, tutte le donne. ma al momento decisivo, quando la prescelta sara` nuda e pudica di fronte a lui, l`imprevedibile accadra`. nella vita, del resto, tutto e` incerto. contraddittorio. persino gli affetti familiari e la letteratura offrono solo irragionevoli appigli, talche` in allo scrittore che ha appena perso il figlio indesiderato, un tesserino mostruoso e infernale, non resta che contemplare anche il naufragio del poema drammatico cui era affidata la speranza di sfuggire alla realta` quotidiana; e il la poesia e` ridotta a gioco combinatorio, a roulette alla rovescia. la silloge di tredici racconti e` apparsa per la prima volta nel 1962.

polli in rivolta contro un intollerabile rito di espiazione, un cane docile e malmenato in fuga dalla ferocia dei suoi simili e degli uomini, un ronzino stremato da una vita di fatiche e bastonate: ecco i protagonisti di queste taglienti storie ambientate negli shtetl dell`europa orientale. ma protagonisti sono anche gli uomini che, nell`ansia di celebrare le loro feste, di vivere e di dimenticare, non sanno vedere le sofferenze degli animali, e tanto meno attenersi al precetto talmudico che impone "pieta` per gli esseri viventi". non sorprende allora che il bambino angustiato per la sorte di una carpa ("non dice forse il rebe che tutte le creature sono care al signore?") si senta dare dell`idiota dalla madre -e che questa, vedendolo poi piangere (per la piccola perele, uccisa durante un pogrom), pensi semplicemente che gli e` andato del rafano negli occhi. e un bestiario paradossale, quello creato da shalom aleichem, un mondo alla rovescia dove gli animali minano antiche usanze e sovvertono l`ordine naturale delle cose - un mondo co`lto con lo sguardo impietoso ma partecipe che ben conoscono quanti hanno gia` amato gli stralunati personaggi di "un consiglio avveduto" e gli amori tenaci e impossibili del "cantico dei cantici".




troviamo giovanni bilob a roma in una torrida giornata estiva. accompagna la figlia che sceglie l`abito di nozze; ma e` distratto, e segni vaghi ma sempre piu` insistenti sembrano voler distoglierlo dal suo presente. decide quindi di fare il viaggio di ritorno a frosinone da solo, in treno, mentre i segni si precisano grazie ad un incontro. piu` tardi, alla cerimonia, conoscera` angelica, sirena del lago e punto di incontro di tradizioni e pensieri diversi. e nella notte che entrambi li avvolge, saranno incantamenti e malie, corpi di luce e animali fantastici, una terra dal respiro sconosciuto eppure finalmente familiare che giovanni bilob riconoscera`, di immagine in immagine, come quella del suo passato.








"i vampiri" (1957) di riccardo freda e mario bava e` comunemente ritenuto il primo horror italiano. lo stupore dei critici, lo scarso successo di pubblico, l`ambientazione parigina sembravano palesare l`horror come un corpo estraneo al nostro cinema nazionale. i film del terrore italiani andranno cosi` in giro per il mondo sconfessando i propri natali, camuffandosi sotto etichette e pseudonimi posticci, portatori di un retaggio culturale che sembrava escludere a priori l`orrore dal nostro paesaggio e immaginario. l`horror nazionale si manifesta in concomitanza con una piu` ampia affermazione dell`horror a livello europeo, al cui interno il cosiddetto "gotico all`italiana" opera per imitazione di modelli stranieri, ma si dimostra anche capace di rielaborarli con originalita`, attingendo alle strutture simboliche del melodramma e intessendo relazioni con altri generi. dall`inizio degli anni sessanta l`horror italiano circola, si espande, rende difficile se non improduttivo mantenere il cinema separato da una piu` ampia dimensione mediale e di dialogo intertestuale e conservare distinzioni tra cultura alta e bassa.


frutto di un pluriennale lavoro di ricerca in vari archivi americani e italiani, questa raccolta di lettere inedite, curata da renato camurri, copre un arco cronologico corrispondente al periodo dell`esilio americano di gaetano salvemini. docente all`universita` di harvard dal 1934 al 1948, per la fama di cui godeva gia` prima di arrivare nel prestigioso ateneo di cambridge e per l`impegno profuso attraverso la collaborazione a giornali, riviste italiane e americane e la pubblicazione di numerosi libri, salvemini costitui` un punto di riferimento fondamentale all`interno della comunita` composta dagli intellettuali europei impegnati nella comune battaglia contro i totalitarismi e nel dibattito sulla crisi e il futuro della democrazia. contrariamente, infatti, a una vecchia e superata immagine trasmessaci da alcuni biografi, il salvemini che emerge da queste lettere non e` l`eremita chiuso nel suo studio della widener library di harvard. il suo profilo e` piuttosto quello di un intellettuale pienamente inserito nella vita accademica e scientifica americana, al centro di una vasta rete di relazioni sociali e culturali, un refugee capace di interpretare la traumatica esperienza dell`esilio come occasione per ritrovare una nuova vitalita` umana e scientifica.











"a shirley jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce" con questa dedica si apre "l`incendiaria" di stephen king. e infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne mary katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicita`, con la bellissima sorella constance e uno zio invalido. non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio li` in sala da pranzo. e quando in tanta armonia irrompe l`estraneo (nella persona del cugino charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i "brividi silenziosi e cumulativi" che - per usare le parole di un`ammiratrice, dorothy parker abbiamo provato leggendo "la lotteria". perche` anche in queste pagine shirley jackson si dimostra somma maestra del male - un male tanto piu` allarmante in quanto non circoscritto ai `cattivi`, ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.

in un mattino di primavera una giovane donna entra nello studio di un illustre penalista di tokyo. e kiriko. ha appena vent`anni, il volto pallido dai tratti vagamente infantili, ma qualcosa di inflessibile nello sguardo, "come fosse stata forgiata nell`acciaio". non ha un soldo e ha attraversato il giappone dal lontano kyushu per arrivare fin li`, a implorare il suo aiuto. il fratello, accusato di omicidio, e` appena stato arrestato, e kiriko e` la sola a crederlo innocente. l`avvocato rifiuta il caso: non ha tempo da perdere, tanto piu` per una difesa che dovrebbe assumersi senza essere retribuito. kiriko si scusa con un piccolo inchino, esce dallo studio e cosi` come e` arrivata scompare. il fratello verra` condannato e morira` in carcere qualche mese dopo, poco prima che l`esecuzione abbia luogo. sono solo gli antefatti da cui prende il via questo noir di matsumoto. dove un "caso-fantasma", ripercorso nei minimi dettagli, lascia spazio a una vendetta esemplare che si fa strada da lontano, andando a segno quasi per caso. e mentre ogni colpa - consapevole o inconsapevole - viene pesata accuratamente, come su una bilancia cosmica, una tensione sotterranea, un "rumore di nebbia" accompagnano questa storia da cima a fondo. finche` lei, kiriko, "la ragazza del kyushu", non otterra` cio` che le spetta.

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scriveva heidegger di kuki shuzo, aggiungendo: . forse perche` non pote` leggere il trattato di kuki sull`iki qui tradotto. che cos`e` dunque l`iki? nel giappone del periodo bunka-bunsei (1804-1830) questa parola veniva usata per definire l`ineffabile fascino della geisha, il suo stile sprezzante ma accattivante, ammiccante ma riluttante, improntato a sensualita` e rigore, inflessibilita` ed eleganza. kuki circumnaviga ogni accezione dell`iki, filtrando la parola con uno sguardo che ne individua i tratti distintivi nella seduzione, nell`energia spirituale e nella rinuncia; la colloca in un sistema estetico rigoroso; ne scopre le tracce nell`acconciatura, nell`incedere, nei gesti e nelle posture della geisha; nei motivi decorativi a righe verticali, nel colore marrone, nell`architettura della casa da te`, nella musica per shamisen. capire l`iki e` come percepire la fragranza di un`intera civilta`.

nella cameretta di samantha spicca appeso al muro il poster di una donna lupo, , una donna che non si arrende davanti a nulla e sa difendersi e tirare fuori i denti. samantha invece, a 17 anni, ha raccolto nella vita solo tristezze e non ha un futuro davanti a se`. non e` solo la poverta` della famiglia; e` che la gente come lei non ha piu` un posto che possa chiamare suo nell`ordine dell`universo. lo stesso vale per tutti gli abitanti di colle san martino: vite a perdere, individui che, pur gomito a gomito, trascinano le loro esistenze in solitudine totale, ognuno con i suoi sordidi segreti, senza mai un momento di vita collettiva, senza niente che sia una cosa comune. sul paese dominano, rispettivamente dall`alto del palazzo padronale e dal campanile della chiesa, cicci belle`, , e un prete reazionario, padre graziano. i due si odiano e si combattono; opprimono e sfruttano, impongono ricatti e condizionamenti. cicci belle` prova un solo affetto, per il figlio mariuccio, un ragazzone di 32 anni con il cervello di un bambino di 5; padre graziano porta sempre con se` il nipote faustino, bambino viziato, accudito da una russa silenziosa, ljuba. samantha non ha conforto nel ragazzo con cui e` fidanzata, nemmeno nei conformisti compagni di scuola; riesce a comunicare solo con l`amica nadia. tra squallide vicende che si intrecciano dentro le mura delle case, le sfide dei due prepotenti e i capricci di un destino tragico prima abbattono la protagonista, dopo le permettono di vendicarsi della sua vita con un colpo spregiudicato, proprio come una vera donna lupo; un incidente, un grave lutto, un atto di follia, sono le ironie della vita di cui la piccola samantha riesce ad approfittare. la penna di antonio manzini, che ha descritto un personaggio scolpito nella memoria dei lettori come rocco schiavone, raffigura individui e storie di vivido e impietoso reali
questa antologia, a cura di gaetano savatteri, ripercorre i fili del racconto della sicilia (ma meglio dire: il racconto dell`italia espresso alla latitudine siciliana) negli ultimi trent`anni con la sua capacita` di innovazione e di rielaborazione di una tradizione illustre e determinante. un`antologia che documenta i cambiamenti, rivelando le nuove voci che hanno saputo parlare a molti, con lingue moderne e insieme antiche. il paesaggio della narrazione siciliana ha subito fortissime torsioni, ma questa abilita` di adattamento e` forse la ragione del suo successo. l`anno spartiacque e` il 1992, quando le stragi segnano la stagione piu` cupa della storia recente di sicilia: cosa nostra uccide a palermo i magistrati falcone e borsellino con due attentati che scuotono l`assetto civile dell`italia. da allora, la sicilia ha provato a ridisegnare la propria identita` narrativa e letteraria, assumendo un ruolo di reazione e di contrasto rispetto allo stigma di terra . , scrive salvatore silvano nigro nella sua nota, : dal giornalismo alla graphic novel, dal cinema al teatro, mentre narrativa e letteratura hanno aggiornato i canoni delineati dagli autori che della sicilia hanno fatto metafora. il racconto di un`isola nuova, tuttora capace di allestire un potentissimo teatro di suggestioni sul palcoscenico che dalla sicilia si apre sul resto del mondo. fulvio abbate, simonetta agnello hornby, roberto alajmo, stefano amato, roberto ando`, maria attanasio, stefania auci, pietro bartolo e lidia tilotta, attilio bolzoni, pietrangelo buttafuoco, domenico cacopardo, antonio calabro`, giosue` calaciura, davide camarrone, andrea camilleri, ottavio cappellani, cristina cassar scalia, daniele cipri` e franco maresco (con emiliano morreale), gian mauro costa, giuseppe culicchia, emma dante, alessandro d`avenia, nino de vita, piergiorgio di cara, giacomo di girolamo, viola di grado

carlo monterossi, il protagonista di questi racconti e dei romanzi di alessandro robecchi, e` una figura di detective del tutto atipica. suo punto di partenza e` sempre stato . pubblicare a dieci anni dall`esordio in un unico volume i racconti sparsi, gia` comparsi nelle diverse antologie gialle di sellerio, serve - spiega robecchi nel testo che li introduce - , a comprenderli a tutto tondo. e infatti si va da un monterossi quasi naif del primo racconto, che si fa aiutare da un professionista misterioso come oscar falcone, fino a un`agenzia investigativa dell`ultimo, aperta in societa` con agatina cirrielli, ex poliziotta risoluta e sbrigativa gia` incontrata negli ultimi romanzi della serie. ma lui, lungo tutto questo arco di tempo, e` sempre piu` riluttante, quasi preda delle diverse storie: una truffa a suo danno e la contro beffa, il rapimento di un chihuahua che chissa` cosa nasconde, l`etica di due killer, cartoline di significato misterioso su un interno di famiglia miliardaria, la ricerca affannosa del piu` sfortunato degli eredi di una fortuna industriale. perche` la cifra di monterossi e` il dubbio: dubita del comodo lavoro di produttore di programmi televisivi di grande successo commerciale, che lui giudica spazzatura, ma dubita anche della sincerita` del suo disprezzo per il mondo da cui succhia tanto denaro. cosi` affronta la sua scettica parte sia tra le belle donne il cui fascino e` cesellato da generazioni di privilegi, sia nei bilocali con soggiorno-cucina di chi sa sulla propria pelle che . e tutto questo, senza rinunciare al whisky piu` costoso, all`automobile piu` silenziosa, all`appartamento piu` elegante, nutrendo una preferenza per chi riesce a vivere da sfigato. o forse e` invidia. alessandro robecchi racconta una milano nera ma , in modo un po` cinico e sarcas

e l`anno fatidico 2001. a new york, harvey sonnenfeld, agente cia messo un po` in disparte ma carico di esperienza, ha un`intuizione, una di quelle convinzioni tenaci che non si sa da dove vengano ma che possono essere piu` radicate di un ragionamento articolato: ci sara` un attentato. . ingaggia allo scopo un gruppo di persone tanto assurdo quanto efficace. bobby fischer, l`unico americano della storia campione mondiale di scacchi, paranoico, ma capace di anticipare un migliaio di mosse; l`immigrato russo kozlov, un ubriacone, proveniente dall`afghanistan, ingegnere esperto di ogni tipo di attentato; il professor koselleck, cacciato dall`universita` a causa di una condanna per stalkeraggio contro la moglie, il massimo studioso del pianeta di graffiti offensivi e scritte oscene. intanto un`ombra si aggira, un altro gruppo affaccendato a tessere una rete di contatti; per loro non e` il 2001 ma l`anno 1421 dall`egira. l`improbabile squadra di harvey sonnenfeld da un labile indizio scovato in metropolitana e una conversazione captata per caso, da` l`avvio a una corsa contro un tempo immaginario, in cui si profilano minuziosamente terroristi costruiti sull`equivoco. siamo arrivati a settembre. la fine e` nota. ma il racconto e` pieno di tensione e di sorprese, e pervaso dall`ironia di chi, come alessandro barbero, sa guardare alla storia con disincanto. e il desiderio di complotti produce le sue conseguenze, mentre la realta` va pericolosamente, indisturbata, per conto suo.

il solista del mitra prepara un colpo grosso, l`obiettivo sono i frigoriferi milanesi, l`intricato sistema di caveau a prova di furto, l`antica fabbrica del ghiaccio. complici sono il piero, faccia d`angelo, la miciona, la piccerella, il rene`, la mantide. il malloppo e` qualcosa di estremamente prezioso, di losca provenienza, in ballo c`e` anche una vendetta. nel frattempo alla casa di ringhiera la vita continua al solito, litigiosa, pettegola e malignetta. la falsa invalida, signorina mattei-ferri, ha deciso di cambiare atteggiamento e rendersi piu` amabile con i vicini, soprattutto i nuovi; il pensionato amedeo consonni si dedica al nipotino enrico, dopo aver superato una profonda depressione; la professoressa angela, dal buen retiro di camogli, non perde di vista affetti e affari; il vecchio luis de angelis continua ad accudire paranoicamente la sua automobile, adesso una maserati. e cosi` via, tutti ostili tra loro, estranei, eppure legati gli uni agli altri come nella finestra sul cortile. pero` ci sono delle novita`. un gruppo allegro di studentesse di fashion, venute dalla provincia piu` opulenta ad addentare la metropoli; e due nuove coppie di ricchi inquilini, a testimoniare che anche la casa di ringhiera si gentrifica. e proprio da camilla, la bella amante dell`architetto sommariva, si viene a sapere qualcosa di yutta, la venere tedesca che, dopo aver ammaliato tutti, era sparita con una fortuna e in barba al pensionato consonni. la notizia fa ripiombare la casa di ringhiera in una scalcagnata ed esagerata avventura. in questa nuova puntata della serie fortunata in cui un intero caseggiato assume personalita` entro una cornice comico criminale, mosso da un`animazione farsesca, l`autore francesco recami sollecita il lettore a riflettere su cosa sia in realta` l`intrattenimento letterario. un tema drammatico e surreale entra nella scena: che tipo di vita e` quella dei personaggi di un romanzo?
una vasta raccolta commentata di` documenti grazie ai quali sono ricostruite le origini e le concezioni, la vita sociale e l`espansione politica di un popolo che rivelo` agli spagnoli sbarcati nel 1519, una prosperita`, una potenza e una raffinatezza paragonabili a quelle dei maggiori stati europei. la prima parte del volume mette in luce i presupposti della mentalita` e delle vicende degli aztechi, e la loro concezione del cosmo. la seconda presenta la vita quotidiana governata dalla politica, da feste e cerimonie religiose, dai sofisticati meccanismi di un doppio calendario solare e rituale, da una severa istruzione e da un`economia cui contribuivano i pesanti tributi dei popoli assoggettati. su questa societa` dinamica e fiorente nei commerci, nei lavori agricoli e nell`artigianato (oreficeria, arte piumaria e tessitura) si abbatte l`apocalisse portata da corte`s, che e` il tema della terza parte. nei testi tramandati l`assedio della capitale tenochtitlan e la fine eroica dei suoi difensori assumono un sapore quasi omerico. dalle prime testimonianze della conquista del messico (1519-1529), attraverso quelle della storiografia ufficiale, dei difensori degli indios, dei missionari, delle nuove e`lites indigene e meticce, delle storie universali, i testi presentati giungono fino a "la hi`storia antigua de me`xico" (1780- 1781), in cui il gesuita messicano francisco clavijero assume come proprio il passato indigeno.