
"l`alleanza di dio con i poveri e gli umili e` in contraddizione con l`arroganza di ogni potere che condanna e elimina l`innocente scomodo. questo libro e` un`eco raccolta nel deserto, un colombo libero con un messaggio nella zampa, una bottiglia in mare con dentro un ammonimento... se dio investe qualcuno del carisma di denunciare le rilassatezze, gli agi, i raggiri, gli intrallazzi, gli ozi, i privilegi di una certa classe clericale, da costoro, ammantati di mistico zelo per apparire i difensori della santita` della chiesa, lui, il denunciante, deve attendersi una reazione altrettanto feroce."


la novella italiana a partire da boccaccio e` stato uno dei generi letterari piu` letto, apprezzato e imitato in europa, e rappresenta una delle migliori stagioni letterarie italiane. ma se boccaccio e` rimasto un autore molto noto, meno conosciuti sono quelli che hanno scritto dopo di lui e sulle sue orme. in questo libro elisabetta menetti ha scelto le novelle piu` rappresentative, sorprendenti, conturbanti e fantastiche di autori del quattrocento e cinquecento italiano: sacchetti, sercambi, il piovano arlotto, straparola, masuccio salernitano, bandello, molza, morlini, arienti, gherardi da prato, manetti, grazzini, doni, fortini, ser giovanni fiorentino. l`italiano dell`epoca non e` facile per tutti da leggere; per questo le novelle sono state riscritte nell`italiano d`oggi da alcuni stimati autori e traduttori, in modo da riavere quella freschezza e quella comicita` immediata che le caratterizzava. le trascrizioni sono di dino baldi, daniele benati, nicola bonazzi, ermanno cavazzoni, gianni celati, ugo cornia, ivan levrini, giovanni maccari, simona mambrini, nunzia palmieri, giovanni previdi e jean talon.





rappresentata nel 422 a.c, nel pieno della guerra del peloponneso e in uno dei periodi piu` duri per la citta` di atene, "le vespe" prendono di mira il sistema giudiziario ateniese. protagonista della commedia e` il vecchio filocleone, che dedica ogni sua energia per fare il giudice popolare, contrastato dal figlio bdelicleone, che tenta di ricondurre il padre alla ragione, piu` volte stigmatizzando l`esercizio del potere giudiziario come fonte di corruzione. cosi` nel succedersi di scene comiche e d`incalzanti scambi di battute, il giovane bdelicleone mette a nudo la debolezza del padre, che nel corso della commedia si rivela vittima inconsapevole del potere e involontario strumento di corruzione. nell`introduzione guido paduano spiega le problematiche storiche della commedia, ben evidenziate dalla traduzione e dal commento di elena fabbro.