
Secondo lavoro per la rock -roots - jam band del Colorado. In questo nuovo lavoro, prodotto da Todd Snider, i ragazzi mettono a punto un songwriting diretto che prende spunto dalla musica di The Band e dei Grateful Dead. Non ci sono accenni di psichedelia, ma quella intrigante fusione di rock e radici, con studiate basi melodiche, bell'uso di voci, strumentazione intrigante.

Joe D'Urso è un rocker dal pelo duro, nato e cresciuto all'ombra di Springsteen. Spesso criticato, anche fuori luogo, Joe è comunque uno che fa del sano rock, scrive buone canzoni e suona con gran forza, credendo fermamente in quello che fa.ll suo nuovo disco, uno dei più belli della sua carriera ( se non erro questo è già il dodicesimo ), è più springsteeniano dello stesso Springsteen.Classico street rock a stelle e strisce con canzoni ben costruite e linee melodiche solide.

Strano personaggio Damien Durado.Ha iniziato in una band punk, a Seattle, poi è diventato un cantautore, ed ha continuato sulla sua strada.Ha già pubblicato più di dieci dischi a suo nome e la qualità è medio alta e, nel caso di questo nuovo lavoro, molto alta.Partendo come emulo di Nick Drake si è poi evoluto introducendo armonie personali e liriche molto interessanti.Ed il sodalizio con Richard Swift, amico ma anche suo produttore da qualche disco a questa parte, comincia a dare dei bei frutti. Un disco di cantautorato del nuovo millennio.