"il grande vetro e` una sorta di assunzione, un passaggio dal mondo terreno al cielo delle realta` superiori. ma questa assunzione non ha niente di religioso; e` una speculazione metafisica. e un poema d`amore, una sorta di epopea erotica e cosmica, in cui i grandi sconvolgimenti dell`universo accompagnano le miserie umane. lo e` perche` e` ancora riconducibile al simbolismo della fine del xix secolo, di tutto un clima particolare. e proprio perche` ci troviamo spesso in pieno simbolismo, e`, al limite, indifferente se, incessantemente spinti dal demone dell`analogia, propendiamo per un`esegesi piuttosto che per un`altra."
e l`anno 3000 e l`uomo vive su un`altra galassia, da cui contempla, lontana, la terra. e proprio su questo pianeta uno storico scopre l`archivio che raccoglie la storia di un piccolo paese, noto successivamente con i nomi di giudea, palestina, israele, e del popolo che lo ha via via abitato, nei secoli. e il racconto si sposta su un piccolo borgo di podhoretz, nella polonia ottocentesca. qui vive il rabbino haim yaacov, un ciabattino violinista osannato come un santo, che con il suono del suo violino risana gli animi e i malati. un secolo dopo, da podhoretz invasa dai nazisti, fugge un bambino, haim schuster, discendente del rabbino, che si rifugia nel ghetto di varsavia solo per essere deportato ad auschwitz... quello che si salva dall`orrore, anni dopo, e` un uomo distrutto, uno scrittore apolide incapace di superare il dolore e l`angoscia del sopravissuto, fino all`incontro a parigi con sarah, figlia di un compagno di prigionia, con la quale decidera` di trasferirsi in israele. un`intensa saga famigliare, venata di sense of humour, per raccontare con toni luminosi e pacati l`indicibile dell`olocausto.
sono i primi anni `50, quando henry smart, volontario nella guerra d`indipendenza uomo di fiducia di michael collins, militante dell`ira, fa ritorno al paese d`origine dopo un lungo esilio negli stati uniti. e un uomo solo, mutilato, soffre di perdite di memoria ed e` certo della morte dell`amatissima moglie e dei figli. ingaggiato dal regista john ford come "consulente ira", smart prende parte alla stesura della sceneggiatura del film che ford intende girare proprio sulla sua vita. ma si tratta di un "polpettone" hollywoodiano, depurato da episodi cruenti. l`irlanda di ford e` un artificio, dove la lotta per l`indipendenza e la guerra civile fanno solo da sfondo all`avventura sentimentale dei protagonisti. conclusa dunque in maniera poco soddisfacente la parentesi cinematografica, smart si trasferisce in un paese a nord di dublino, dove conduce un`esistenza molto tranquilla, lavorando come bidello in una scuola e come giardiniere, finche` per caso scoprira` che sua moglie e sua figlia sono ancora vive. la stampa nazionale pero` lo cerca e svela il suo passato rivoluzionario; la provisional ira inizia a interessarsi a questo "vecchio leone", vede in lui un eroe dimenticato e decide di farne il proprio simbolo. in un romanzo che abbraccia mezzo secolo di storia irlandese, doyle racconta con grande sensibilita` i profondi mutamenti di un paese alla ricerca di normalita` dopo anni di conflitti.
tel aviv, autunno 2006. a un congresso di storici dell`ebraismo dana incontra l`amico e collega santiago, che non vedeva da un paio d`anni. l`uomo e` trasandato e particolarmente inquieto: del resto e` comprensibile, considerata la sua tragica situazione familiare. dopo la morte della moglie, infatti, tiago ha perso anche il figlio ventenne in un incidente d`auto. qualche giorno dopo il loro incontro, santiago annuncia la decisione di partire per la citta` santa di safed e la sera tardi dana riceve una telefonata da un posto di frontiera israeliano. l`uomo ha superato senza autorizzazione i controlli, e` nei guai e da` di matto. le sue condizioni sono davvero preoccupanti: e` convinto di essere un ebreo, esige di essere chiamato jamaica, inveisce contro tutto e tutti. dana riesce a portarlo via e i due vanno insieme a parigi, dove si ritrovano coinvolti nella rivolta delle banlieues, con tiago che non accenna a smettere di farneticare. ma le frasi che lui ripete ricordano qualcosa a dana, una vecchia cronaca del seicento nella quale il figlio di uno spagnolo e di una inca racconta la propria vita, lui che si finge cristiano vejo ma in realta` e` ebreo. e allora alla donna viene da chiedersi quanta follia ci sia davvero in tiago...
in una pineta alla periferia di madrid viene ritrovato il corpo di pumuky, cantante e leader di uno dei gruppi rock del momento. morto per un colpo alla testa, a ventisette anni. tutto fa pensare a un suicidio, ma qualcuno ipotizza che sia stato ucciso: magari dal suo migliore amico, o forse dalla sua ex, o da un pusher a cui doveva dei soldi. il mondo di pumuky era segnato da fragilita` ed eccessi: il grande vuoto per la perdita della madre, l`abuso di cocaina, l`attrazione per donne spesso piu` mature, l`amicizia quasi morbosa con mario e romano con cui ha poi fondato la band dei sex and love addicts. a raccontare la sua vita e a dare conto della sua morte vengono chiamati tredici "testimoni", le persone che piu` gli erano vicine, legate a lui e fra loro da una fitta rete di relazioni, professionali e affettive. donne soprattutto, una sventagliata di archetipi femminili che incarnano altrettante maniere di vivere l`amore e il sesso. c`e` olga, donna manager; valeria, modella con ambizioni intellettuali; sabina, psicologa affermata e affascinante; ci sono l`ambiziosa, la rassegnata, l`invidiosa... ciascuna crede di possedere l`elemento decisivo per risolvere l`enigma, per ricostruire la verita`. ma lucia etxebarria sa che, oggi piu` che mai, in un mondo in cui e` facile nascondersi dietro l`immagine, "il vero e` un momento del falso" e che solo il lettore puo` ricomporre il puzzle e scegliere la propria versione dei fatti.
in una grande citta` del nord italia, un uomo insospettabile ha compiuto un efferato delitto davanti a centinaia di testimoni. alla psicologa che dovra` stilare la perizia sulla sua sanita` mentale l`assassino racconta la sua agghiacciante storia: la storia di una ragazza che compariva su un autobus notturno sempre alla stessa ora, di una nave in bottiglia, e di un famoso medico dagli occhi freddissimi. cosa c`entra in tutto questo un padre che, senza motivo, una notte stermina la propria famiglia nella sala da pranzo, vedendo sfuggire solo la figlia minore?
trentacinque anni dividono la fine inspiegabile di germund grooth e maria winckler - legati nella vita come nella morte - in fondo a un burrone nei boschi intorno a kymlinge. incidente o suicidio? alcune strane circostanze, pero`, inducono gli investigatori a pensare che possa trattarsi di omicidio: che cosa si nasconde dietro l`apparente normalita` degli "altri", il gruppo degli amici di germund e maria fin dai tempi dell`universita` a uppsala? come gia` in passato, anche oggi la polizia di kymlinge e il suo malinconico antieroe, l`ispettore di origini italiane gunnar barbarotti, brancolano letteralmente nel buio. affiancato come sempre dalla collega eva backman, barbarotti si vede costretto a scavare nei meandri della mente dei sospettati per far affiorare a poco a poco un segreto orribile che ha lasciato un segno indelebile non solo nella vita delle vittime, ma anche in quella di chi e` rimasto. le mappe interiori dei personaggi si sovrappongono senza fine, disegnando paesaggi imprevedibili e vertiginosi: dio, il destino, la morte, la colpa sono spesso al centro delle riflessioni dell`ispettore, piu` dei "crudi fatti" su cui basare le indagini. vero e proprio noir filosofico, quest`ultima prova di ha`kan nesser scandaglia ancora piu` a fondo i recessi della psiche umana, sul filo di una verita` dura quanto universale: "la vita e la morte sono sorelle".
la psichiatria e` disciplina medica che si occupa della diagnosi, della comprensione e delle strategie terapeutiche necessarie per avvicinare cio` che convenzionalmente chiamiamo "disturbo psichico". ma essa non puo` sfuggire a certe scelte etiche che richiamano i grandi temi del senso della vita, della liberta`, della responsabilita` verso le esistenze deboli ed emarginate. la psichiatria ha a che fare soprattutto con la cura, ma la cura non puo` essere soltanto farmacologica: e` anche psicologica e sociale e dipende soprattutto dalla capacita` di ascoltare, per cogliere quel colloquio interiore che ognuno di noi intrattiene con le voci e i silenzi della propria anima, anche quando ci si trova persi nelle pieghe piu` profonde della sofferenza psichica. questo libro affronta il grande tema della psicopatologia e della sua modernita`. descrive alcune fondamentali condizioni psicopatologiche e le loro strutture portanti mettendo in luce come, tra gli aspetti cruciali della sofferenza mentale, vi siano i modi soggettivi di essere nell`angoscia e nella tristezza, nella disperazione e nella dissociazione, nell`ossessivita` e nell`euforia, vale a dire i vissuti emozionali di ogni esperienza neurotica o psicotica.
prendere la propria vita e andare - per capire se stessa, trovare un futuro, non scendere piu` ma restare. sono questi i motivi per cui, una mattina di maggio, beatrice lascia torino per trasferirsi tra le montagne. quelle montagne che, ne e` certa, sono donne anche se spesso recano nomi maschili. donne come lei, che appena arrivata al rifugio del barba, un uomo burbero dal passato misterioso, si sente respinta, in quanto fumna e strangera. marta aidala ha il coraggio di una voce limpida che lascia parlare i gesti e gli accadimenti, i rumori del bosco, gli odori, la luce di un cielo alto sopra le cime. e sa raccontare nei dettagli piu` concreti una nuova epica, quella di una ragazza che va dietro alla propria liberta` nonostante le esitazioni e le paure, una ragazza che cerca se stessa nei sentieri e tra gli uomini di montagna, in un mondo che sente suo anche se le vecchie tradizioni la guardano con diffidenza. con timore e curiosita`, come la guarda elbio, il giovane malgaro con cui beatrice instaurera` un legame profondo, fatto di ritrosie e slanci, in quell`intimita` fragile e struggente che c`e` tra due persone che si specchiano e si riconoscono. quando l`estate finisce beatrice pero` decide di non seguire elbio a valle, rimane invece assieme al barba in rifugio, luogo che ora, forse, sente di poter chiamare casa. ma l`inverno senza neve le rivelera` una montagna inaspettata, spingendola a rimettere tutto in discussione, e interrogandola ancora una volta sul suo futuro, sulla persona che vuole essere e sui luoghi a cui sente di appartenere. "
