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Oscar Mondadori, 1997, UK. Alan Aldridge e i suoi collaboratori assemblano una composizione di immagini fantasiose, spesso ardite, o meglio, un manifesto di grafica neo libertty, pop, beat accostato alle canzoni più belle del quartetto di Liverpool.

la ragazza che a casa del "filosofo lev sestov, un don chisciotte dell`esplorazione metafi sica" e` seduta sul divano, "immobile, ma con infinita grazia raccolta nella sua stessa immobilita`" (cosi` secondo daniel hale`vy, storico, amico di charles pe`guy e di marcel proust), si chiama rachel bespaloff, e` nata in bulgaria, ha studiato a ginevra, si e` trasferita a parigi qualche anno prima, e` il 1925. gli incontri con sestov risvegliano il genio filosofico della giovane donna, che osa opporsi a edmund husserl e legge, con particolare talento, heidegger. "audace architetto, heidegger osa costruire il suo universo fondandolo sull`angoscia; ma sestov, profeta e mistico, usa l`angoscia come dinamite per far saltare il mondo che abbiamo edificato", scrive a benjamin fondane, pensatore e poeta dai toni radicali, cruenti agli occhi di chi vuole conciliare necessita` e ribellione, il ragionevole e il reprobo. proprio il carteggio con sestov e fondane, ricco di vertigini filosofi che, ci permette di ricostruire le origini del pensiero della bespaloff, intellettuale in lotta, alla ricerca vorace del vero, riconosciuta, insieme simone weil e hannah arendt, tra le figure ineluttabili del pensiero europeo. e il libro perfetto per chi ama i pensieri forti, non concilianti, e vuole scoprire la figura di una donna pensatrice sorprendente, indomabile.

il modello di formazione che ha ispirato le generazioni passate si fondava sul valore del sapere disinteressato, sull`amore per la propria tradizione culturale e sul desiderio di conoscerla e trasmetterla ai posteri, sulla fiducia nel potere educativo dell`arte e della scienza, sulla fiducia cioe` che un autentico progresso umano dovesse passare da questo genere di esperienza intellettuale. tutto cio` sembra oggi volar via, solo che i valori considerati stantii non cedono il posto ad altri valori, ma a un vortice di idee e concetti nuovi che invecchiano prima di potersi fissare. le ragioni di questa rivoluzione sono, in sostanza, due. la prima e` che la soglia d`accesso alla cultura si e` d`un tratto abbassata: a dover essere istruita non e` piu` una ristretta e`lite di privilegiati, ma l`intera popolazione. la seconda e` che i mass-media hanno ormai preso il posto delle agenzie educative tradizionali (famiglia, scuola, chiesa), e oggi sono loro a decidere i tempi e i modi dell`agenda culturale secondo le leggi del mercato.

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