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un avvocato, il suo assistente e un ispettore "sui generis" alle prese con un agghiacciante mistero che li mettera` a dura prova. si scontreranno con tragici eventi che sconvolgeranno quella cittadina accovacciata sulla sponda sinistra di un lago, trasformandola lentamente nella "perla insanguinata" del lago maggiore. un giallo scorrevole, ironico, coinvolgente, ambientato in una luino non ben definita nel tempo, dove ricordi e immagini di un passato mai dimenticato donano al racconto un fascino particolare, fresco, originale.

orfana, senza un focolare, mosca e` una creatura randagia, felice solo al vento, nella natura. komsomolka per fede nel futuro paradiso socialista vuole vivere secondo "verita` e lavoro". puro istinto, non conosce norma ne` disciplina. si accoppia con tutti gli uomini che incontra e assapora tutto quanto la vita le propone. intorno a lei ruota l`universo maschile del romanzo. tutti amano mosca e vorrebbero fermarla, farla propria. solo uno sembra riuscirci: il pensionato komjagin, relitto della "sventurata epoca borghese", con il quale mosca precipitera` in un ripugnante abisso sovietico-familiare prima di fuggire ancora.

da quando la biologia e la genetica hanno promesso all`uomo moderno nuovi mezzi per indirizzare il proprio destino - manipolazioni, diagnostica prenatale, clonazione ecc. - si scontrano nell`opinione pubblica due opposti atteggiamenti: da un lato i "comitati etici", tradizionalmente conservatori, tentano di "moralizzare" le scienze della vita; dall`altro, un esercito di stranamore si dichiarano disposti ad avventurarsi in sperimentazioni demenziali. per denunciare la vacuita` di questa contrapposizione, e per interrogarne il comune nucleo metafisico, michel onfray ha scelto di gettare le basi di una vera e propria bioetica libertaria, che non manchera` di affascinare e provocare. dalla transgenesi allo "sperma digitale", dall`elogio della clonazione alla difesa radicale dell`eutanasia all`attacco frontale alle cure palliative, da una riattivazione di alcune tesi classiche sul suicidio alla celebrazione della chirurgia e dei trapianti: attraverso un`ampia difesa dei modi che la scienza ha trovato per modificare la nascita, la vita, l`amore e la morte degli esseri umani, questo libro definisce un "corpo faustiano", decristianizzato o meglio post-cristiano, modellato dall`artificio, libero e strutturato secondo una nuova energetica vitalista. con "il corpo incantato" michel onfray, filosofo risolutamente "tecnofilo", sostiene dunque che la tecnica e la scienza non sono mai negative in se`, neppure quando applicate alla vita: puo` avere risultati negativi solamente il loro utilizzo.

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