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questa e` una storia raccontata dall`interno: la storia dei rolling stones secondo i rolling stones. mick jagger, keith richards, charlie watts e ronnie wood si sono incontrati e hanno aperto i loro archivi personali e quelli della band, recuperando foto che sono andate a intrecciarsi con il racconto di quarant`anni di musica insieme. i quattro descrivono in che modo la loro musica si e` evoluta e ha condizionato e cambiato le loro vite e rivelano, con accenti nuovi, in che modo le loro vite hanno dato un contributo o sono state d`ostacolo alla loro musica.

in questo nuovo capitolo della sua opera, luciano erba sembra muovere ancora di piu` il suo sguardo verso il sottile mistero di una quotidianita` in apparenza quieta e indifferente, e che invece presenta atmosfere sottilmente turbate, momenti di vertigine ansiosa. e sorprendente osservare come nel corso dei decenni l`autore di "remi in barca" non solo non abbia mai smarrito la nitidezza e l`incanto della sua pronuncia, ma abbia saputo ogni volta proporsi con una freschezza e una vitalita` che rendono impeccabile la ben nota grazia dei suoi versi. che pure, con il passare degli anni e delle eta`, si fanno sempre piu` venati o internamente increspati da una naturale vena di malinconia, dal senso del tempo che passa e ci cancella a poco a poco. ma luciano erba e` poeta di raffinate sfumature, non di colori forti e netti, e allora sa passare, con assoluta naturalezza, da accenti di velata tristezza all`emozione autentica e leggera di quegli impagabili momenti in cui il tempo sembra assentarsi pigramente, lasciandoci abitare, piacevolmente sospesi, nella pace e nell`armonia di un presente assoluto. sono gioie feriali, nelle quali pero` si assapora una sorta di metafisico abbandono, e luciano erba sa trasmettercene il gusto pieno.

Penguin Books, 1993, UK. Ripercorrendo quattro decenni di storia dei Beatles dalla loro infanzia fino all'assassinio di John Lennon, Shout! è l'opera definitiva sui leggendari Fantastici Quattro.

israele, guerra dei sei giorni. avram, orah e ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un ospedale di gerusalemme. i tre ragazzi si uniscono in un`amicizia che si trasformera`, molto tempo dopo, nell`amore e nel matrimonio tra orah e ilan. dopo trentasei anni, orah e` una donna separata, madre di due figli, adam e ofer. quest`ultimo, militare di leva, accetta di partecipare a un`incursione in cisgiordania. preda di un oscuro presentimento, orah decide di abbandonare tutto e partire, per non essere presente quando gli ufficiali dell`esercito verranno a darle la notizia della morte del figlio. ad accompagnare la donna c`e` avram, ricomparso nella sua vita dopo piu` di un ventennio. il loro viaggio diventa occasione di riflessione e di rimpianto, ma anche di gioia e tenera rievocazione. fino a che arrivera` il momento di tornare a fare i conti con il presente che, tutt`intorno, preme inesorabile.

scriveva cechov all`amico suvorin nel 1888. . il viaggio che, armato solo del passaporto e di una tessera di corrispondente di , intraprendera` due anni piu` tardi per studiare la vita dei deportati nella colonia penale di sachalin e` la drastica risposta a questo interrogativo. sbarcato ai confini del mondo, in un luogo dove puskin e gogol` sono incomprensibili e inutili e , cechov riuscira`-malgrado il boicottaggio delle autorita` e un clima che - a penetrare nell`inferno della katorga e a denunciare, con una precisione e un`obiettivita` dietro le quali fremono pieta` e indignazione, il fallimento di un sistema dominato da ingiustizia e corruzione, e colpevole di infliggere . ma riuscira` anche a fissare nitidissime visioni di sconvolgente bellezza: le contadine che nella valle dell`arkaj, per ripararsi dalla pioggia, si legano intorno al capo gigantesche foglie di bardana e ; le lunghe strisce di sabbia che separano il golfo di nyj dal mare tetro e malvagio; i giljaki, dai larghi sorrisi beati che possono lasciare posto a un`aria ; le donne ainu dalle labbra tinte di blu, chine sui pentoloni come streghe a rimestare la zuppa di pesce.

elena non e` mai stata a troia. non e` lei che i vecchi della citta` hanno contemplato sulle mura. non e` lei che telemaco ha ammirato nel suo palazzo di sparta. la dea era a paride non diede che un fantasma, un`immagine fatta con l`aria del cielo, che pure respirava: copia identica, doppio preciso, di elena. l`elena di carne e d`ossa, invece, la prese ermes e la porto` in egitto, nella casa del casto proteo, perche` il letto di menelao non venisse violato. il primo scontro tra occidente e oriente, la guerra di troia, fu combattuta soltanto per un`illusione. zeus voleva semplicemente alleviare la madre terra dell`eccessiva massa di esseri umani che l`appesantiva e dare fama al piu` forte degli eroi, achille. questo e` il nucleo fantastico dell`"elena" di euripide, al quale si aggiunge tutta una serie di motivi non proprio secondari: perche` nel suo lungo nostos da troia verso sparta, menelao, che con se` conduce il riconquistato, approda in egitto e si trova davanti a un`, una , la elena, che subito lo riconosce e pronuncia parole sublimi: . urge organizzarne la fuga dall`egitto, inventando una scusa per beffare il re teoclimeno - che desidera farla sua sposa - con l`aiuto della sorella di lui teonoe () e il favore degli de`i. ma il coro, in un brano dall`intenso lirismo e dalla notevole profondita` filosofico-teologica, si domanda: . l`"elena" non prospetta alcuna certezza. barbara castiglioni, che nell`introduzione offre una bella ricostruzione dei modelli antichi di elena ed elabora un eccellente commento, riassume cosi`:

un grande musicista deve concentrarsi per scrivere la sua musica, non puo` certo perdere tempo ad ascoltare un piccolo musicista che suona un`armonica per la strada. ma se quel piccolo musicista, con la grazia del suo talento, ricorda al grande musicista perche` lui ami la musica, allora qualcosa puo` ancora succedere. eta` di lettura: da 7 anni.

gia` con "satura", apparso nel `71 dopo un lungo silenzio, eugenio montale aveva proposto rilevanti novita` nel cammino della sua poesia; novita` che sono ancora piu` evidenti nel "diario del `71 e del `72 ": il ritorno ai valori della comunicazione e l`ulteriore apertura a una dimensione quotidiana del reale. ma, s`intende, conservando in pieno la complessita` del messaggio e assorbendo, nella pronuncia piu` lineare e a volte colloquiale, non pochi tratti dell`incisiva tensione verticale dei libri precedenti. si impone dunque nel montale diaristico la coraggiosa scelta a favore di un dire piu` prosastico (con momenti di vivace estro plurilinguistico) e di una intonazione narrativa o gnomica. e forse oggi, piu` ancora di quando questi versi apparvero per la prima volta, la semplicita` elegantissima della loro natura, la loro verita` antiretorica ci appaiono esemplari. in queste pagine leggiamo un intreccio di meditazioni sull`esserci e sul mutare nel tempo di un soggetto che osserva se stesso e il mondo delle cose in cui e` inevitabilmente immerso. sono vere e proprie quotidiane annotazioni in versi che vanno dallo sguardo sulla realta` minima alla tensione metafisica, dalla riflessione sulla poesia stessa al pensiero di un`irraggiungibile divinita`: il tutto nel contesto di una societa` criticata con ironia tagliente. con scritti di angelo jacomuzzi e andrea zanzotto. commento di massimo gezzi.

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1996

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