il testo affronta in dettaglio l`edilizia relativa all`agricoltura e alla zootecnia articolando la trattazione del capitolo in informazioni generali seguite dalle tipologie specifiche. il volume e` completato da riferimenti normativi aggiornati.
abbandonati in cina dopo la caduta di mussolini, un manipolo di fascisti italiani, spalleggiati da un giapponese al servizio della cia, progettano uno spettacolare attentato conto il presidente mao zedong. un episodio oscuro, censurato dai libri di storia, che grazie alla ricostruzione dell`autrice, per vent`anni corrispondente da pechino, attraverso le rocambolesche avventure dell`ufficiale dell`aviazione antonio riva, asso della grande guerra incaricato da galeazze ciano di fondare una scuola di pilotaggio nella provincia dello henan, getta una nuova luce sulla presenza italiana in cina all`inizio del secolo scorso. un inedito e affascinante affresco della turbolenta cina degli anni quaranta, popolata da spie doppiogiochiste e trafficanti d`armi, fantomatiche societa` di import-export e avventurose missioni aeronautiche,fascisti e rivoluzionari, uomini d`affari e avventurieri, gangster e cortigiane.
a fronte della crisi del concetto stesso di famiglia e di atroci episodi di cronaca, eva cantarella e` venuta interrogandosi - forte dei suoi strumenti di studiosa del diritto e della cultura antica - sulla storia di quel rapporto che, insieme alla dinamica degli affetti, porta inevitabilmente con se` tensioni, conflitti e, molto spesso, violenza. questa conflittualita` affonda le sue radici lontano: nei miti teogonici, nella famiglia patriarcale, nelle storie, spesso sanguinose, che la letteratura testimonia con straordinaria evidenza; nella mitologia, nei poemi omerici e nella tragedia classica, dove il tema della famiglia diventa il teatro pieno d`ombre della ferocia, della vendetta, della ribellione. un teatro che, se a tutta prima parrebbe non implicare uno scontro generazionale, in realta` lo contiene, lo nutre, lo agita. una volta di piu` eva cantarella si rivela evocatrice di personaggi e di storie, da crono, signore dei titani, divoratore dei suoi stessi figli, a teseo, il parricida che uccide il proprio figlio; da telemaco l`obbediente a ettore il saggio, sia come padre sia come figlio; dai ribelli antigone e oreste a medea, madre assassina.
un uomo rivive il grande momento della sua vita e ne scopre la grandezza e il nulla: e` il dramma di stadelmann, la cui esistenza plebea e marginale si intreccia all`ultima stagione classica della poesia europea, all`inquietante e inafferrabile genio di goethe, alla fine del vecchio mondo e all`affacciarsi della societa` moderna. questa storia di vitalita` e di vecchiaia, di servitu` e ribellione, brutalita` e nostalgia, - ha detto magris - . ne e` risultata una lingua rude, spezzata, aspra e incompiuta come l`esistenza quotidiana, piena di vigore sanguigno e di rivelazioni del nulla, di bagliori, di vivacita` picaresca e plebea, d`infinita desolazione. sullo sfondo della celebre teoria dei colori di goethe, la vita si accende di ricordi, di sogni, di desideri, e si spegne.
tra i molti temi che infiammano l`arena pubblica del nostro paese ne manca uno, pesante come un macigno e gravido di conseguenze evidenti sulla nostra vita qui e ora. quando in italia si parla dell`eredita` coloniale dell`europa si punta spesso il dito sull`imperialismo della gran bretagna o su quello della francia, ma si dimentica volentieri di citare il nostro, benche` il colonialismo italiano sia stato probabilmente il fenomeno piu` di lunga durata della nostra storia nazionale. ma e` una storia che non amiamo ricordare. iniziata nel 1882, con l`acquisto della baia di assab, la presenza italiana d`oltremare e` infatti formalmente terminata solo il primo luglio del 1960 con l`ultimo ammaina-bandiera a mogadiscio. si e` trattato dunque di un fenomeno che ha interessato il nostro paese per ottant`anni, coinvolgendo il regno d`italia di epoca liberale, il ventennio fascista e un buon tratto della repubblica nel dopoguerra, con chiare ricadute successive, fino a oggi. eppure l`elaborazione collettiva del nostro passato coloniale stenta a decollare; quando il tema fa timidamente capolino nel discorso pubblico viene regolarmente edulcorato e ricompare subito l`eterno mito autoassolutorio degli italiani , i colonizzatori , persino alieni al razzismo. siamo quelli che in africa hanno solo . se la ricerca storiografica ha bene indagato il fenomeno coloniale italiano, a livello di consapevolezza collettiva, invece, ben poco sappiamo delle nazioni che abbiamo conquistato con la forza e ancora meno delle atroci violenze che abbiamo usato nei loro confronti nell`arco di decenni. in questo libro francesco filippi ripercorre la nostra storia coloniale, concentrandosi anche sulle conseguenze che ha avuto nella coscienza civile della nazione attraverso la propaganda, la letteratura e la cultura popolare. l`intento e` sempre quello dichiarato nei suoi libri precedenti: fare i conti col nostro passato per comprendere meglio il nostro presente
nata come prodotto di nicchia, grazie alla sua eleganza e sostenibilita` economica, la fiat 500 divenne presto uno straordinario successo commerciale - con 4 milioni di esemplari venduti in vent`anni -, oltre che un`autentica icona dello stile italiano nel mondo. splendide immagini, accurati rendering e riproduzioni dei disegni originali accompagnano il lettore in un viaggio che ripercorre la storia di questo simbolo del made in italy dalla sua nascita nel lontano 1936 fino ai giorni nostri, passando attraverso i modelli leggendari e di maggiore successo, le numerose apparizioni nel mondo dell`arte e del cinema, nonche` della vita quotidiana di milioni di italiani.
esuli in patria, costretti a palcoscenici marginali, a spazi culturali periferici: cosi` i fascisti descrivono la propria condizione all`indomani del 1945. eppure, sin dall`immediato dopoguerra, le edicole di tutta italia si riempirono di rotocalchi i cui articoli raccontavano con toni agiografici, o quanto meno indulgenti, le imprese di mussolini e dei suoi fedelissimi. gli scaffali delle librerie ospitavano memoriali, biografie e persino romanzi firmati da fascisti e filofascisti. andava cosi` in scena, agli albori del processo di costruzione di una memoria pubblica attorno al ventennio e alla stagione della guerra civile, la riscrittura di quello stesso passato da parte fascista. una simile operazione di per se` non sorprende: la voglia di raccontare la propria versione dei fatti piegando il racconto in base ai propri interessi e` un fatto fisiologico. semmai a sorprendere e` il buon esito di quell`operazione ed e` in particolare questo punto che il libro indaga, dando conto del grado di complicita` mostrato da ampi settori del mondo giornalistico ed editoriale. non e` cosi` ovvio, infatti, che i protagonisti di un regime autoritario e liberticida e di un governo, quello della rsi, complice di una forza occupante, disponessero della possibilita` di far circolare legalmente la propria versione dei fatti.