
tutta la nostra vita, le nostre abitudini, le citta`, i sistemi politici, la cultura, la scienza, le guerre, tutto cio` che compone il mondo moderno affonda le sue radici nel periodo che va dal 1815 al 1830, anni durante i quali si posero le premesse per la nascita della modernita`. paul johnson ha ricostruito questo decennio, dal congresso di vienna al crollo dell`impero spagnolo nelle americhe alla rivolta dei decabristi russi, ponendo in primo piano i fenomeni sociali, grandi e piccoli, e la folla di esseri umani che cambiarono la storia del mondo: pittori, letterati, musicisti, scienziati, soldati, industriali, mercanti, amanti, prostitute, finanzieri e piccoli furfanti.


uno studio di opere e personaggi meno conosciuti di autori come marivaux, goldoni, de sade che sovrapposero le maschere della commedia seicentesca per creare confusioni di identita` ed equivoci. un modo per sondare i limiti dei concetti illuministi di verita`, finzioni, individuo e fondare il teatro moderno, fatto di personaggi e di testi.




il 1977 e` un anno breve. inizia il 7 dicembre 1976, giorno della contestazione alla prima della scala, e si chiude a maggio, con la morte di giorgiana masi. nell`arco di pochi mesi, decine di migliaia di giovani si riprendono la piazza: occupano universita`, fondano giornali, radio libere e fanzine, sfilano con la faccia dipinta o la p38 nel giubbotto, contestano tutto cio` che e "vecchio", compresi i fratelli maggiori del `68. urlano, amano, sparano. muoiono. il `77 e` una miscela esplosiva di spontaneita` e nichilismo, di creativita` e violenza.

come uno strizzacervelli della politica luciano vandelli esamina caratteri, turbe, sintomi delle patologie che investono "riforme" che ormai sono divenute (con una significativa contraddizione in termini) "quotidiane": vi sono le riforme ciclotimiche stop and go, come quelle sulle pensioni o sulla devolution; quelle ossessive, come quelle sulla giustizia, quelle autistiche, come la revisione costituzionale elaborata nell`intimita` di una baita di montagna ed altre ancora. ma il volume non si limita a diagnosticare il disagio, punta bensi` a riflettere sulle sue cause e a presentare qualche (sana) proposta.











un concept album particolare, forse unico, che si sviluppa come un film attraverso 9 canzoni da ascoltare in sequenza. un film per musica e parole, insomma, ambientato sulle colline piemontesi delle langhe, a cavallo degli anni cinquanta e sessanta del novecento. mauro carrero riprende le pagine della sceneggiatura (incompiuta) che beppe fenoglio stava scrivendo, pochi mesi prima della sua morte, per il film d`esordio del regista gianfranco bettetini. la trasforma in qualcosa di altro, autonomo e concluso: un`opera nuova, ma che custodisce al contempo la struttura materiale e il significato morale e sentimentale del progetto originario. un modo per "riprendere" la` dove fenoglio ha purtroppo dovuto lasciare, ben sapendo che il film vero, come ha sempre ribadito bettetini, non si potrebbe fare piu`.

ogni opera, come questa mia piccola testimonianza, nasce dal connubio di determinazione personale e casualita`: devo ad una esplicita sollecitazione del maestro roberto leydi i miei studi sulla chitarra battente e la musica garganica e a giovanna marini - con cui duetto in un canto di lavoro di ischitella - il perentorio invito di mettere le mie doti canore al servizio delle sonorita` della tradizione da riproporre con una creativita` mai scevra dal rispetto e dalla valorizzazione della cultura popolare. - salvatore villani vecchio stile e` il gruppo musicale con cui salvatore villani, nel 1977, avvia il suo originale percorso di riproposta della musica popolare, mai immemore della lezione dei maestri cantori e della tradizione. a distanza di quarant`anni, l`artista ed etnomusicologo pugliese, rende omaggio alla sua terra, alle sue voci e alle sue musiche, alle sue tarantelle, con questo disco, reinterpretando diciotto brani della tradizione garganica e salentina. contiene cd e booklet di 48 pagine con introduzione di giovanna marini.












