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il libro risponde alla tesi della negazione dell`esistenza dei campi di sterminio descrivendo sobriamente i fatti prima e discutendo puntualmente la tesi "revisionistica" poi. la prima parte e` dunque dedicata a una breve storia della "soluzione finale", seguita dalla descrizione del sistema dei campi di concentramento e di sterminio nazista e di quello di auschwitz in particolare (con foto e cartine). nella seconda parte, dopo aver richiamato rapidamente le fonti e il processo di auschwitz, l`autore analizza la letteratura "revisionistica" soffermandosi in particolare sul "rapporto lauchter" del 1988: una perizia "scientifica" negazionista sulla quale interviene anche giorgio nebbia nella postfazione aggiunta all`edizione italiana.

che l`arte sia un piacere e` un`idea cosi` lontana dalle piu` recenti manifestazioni e tanto poco dichiarata da non essere oggi nemmeno pensata. questo saggio pone in primo piano il piacere da ricercare nelle quattro arti visive -la pittura, la scultura, l`architettura e il design- cominciando a proporsi come una guida per la loro conoscenza. renato de fusco e` professore di storia dell`architettura all`universita` di napoli. dal 1964 dirige la rivista "op. cit." di selezione della critica d`arte contemporanea.

figlio di guglielmo ferrero e nipote di cesare lombroso, leo ferrero (19031933) e` stato tra gli ingegni piu` precoci della sua generazione. il diario racconta gli avvenimenti dell`ultimo anno da lui trascorso in italia dal 1926 al 1927, quando decise di andarsene per sottrarsi alle angherie del fascismo.

thomas, una delle figure piu` coerenti e riuscite che la letteratura italiana abbia offerto negli ultimi decenni: in un unico volume i primi tre di un autore di culto che raccontano lo sbriciolamento di un paese senza morale, senza bellezza, senza piu` tradizione. scritte come un`improvvisazione jazzistica, le prime tre opere di trevisan sono l`elaborazione letteraria dell`incessante ruminare di pensieri, ricordi, immagini che affollano la mente di thomas. a caratterizzarle e` la scrittura: uno standard che prende, via via, la forma del soliloquio, in un intreccio serrato tra processo mentale e linguistico. cosi`, in "un mondo meraviglioso", il moto senza pace di thomas, nei dintorni di vicenza, apre squarci su una provincia italiana ormai putrescente, mentre ricordi dolci/amari lo conducono a un padre dall`insopportabile filosofia di vita. "i quindicimila passi" sono invece la distanza che thomas conta, con una precisione metodica, da casa alla questura, da casa al tabaccaio, da casa allo studio del notaio strazzabosco: gesti esatti, netti, che rincorrono il vano tentativo di attenuare il senso di vuoto e di morte che lo opprime. infine "il ponte", ultimo atto, alfa e omega, inizio e fine dei conti con un passato ancora troppo presente. thomas ha visto, sognato, immaginato cio` che non c`e` o non c`e` piu`, attraverso un racconto del mondo, il suo, che rende organica l`esistenza, cosi` come la scrittura di trevisan ha strutturato il mondo, il nostro, in uno scenario mitico e tragico in grado di portare piu` avanti e piu` a fondo la riflessione sull`umano destino. postfazione di emanuele trevi.

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