
un quadro dei principali temi e problemi che devono essere inclusi nello studio archeologico, al fine di ricavare informazioni sui modi di produzione dei manufatti nelle societa` del passato. le operazioni tecnico-produttive sono, infatti, alla base dei modi in cui l`uomo agisce per riprodurre se stesso e le condizioni del suo vivere in societa`.

padre e nonno incestuoso, corrotto e corruttore, sempre di corsa a riscuotere una mazzetta dopo l`altra, ora beffardo ora dispiaciuto, in costante affanno per il peso dei troppi chili e dei troppi peccati: e` karan, uomo cinico e brutale, falso prima di tutto con se stesso. karan ha lenito il dolore per la perdita della madre visitando bordelli e prostitute bambine, e piu` tardi il matrimonio e la famiglia non hanno saziato i suoi appetiti, sessuali ed economici, per nulla dissimili da quelli di chi governava l`india. la situazione incestuosa diventa metafora, sgradevole ma riuscita, di un paese tradito dai suoi padri.

un`antologia di giovani autori italiani che presenta un rilevante fenomeno poetico emerso negli ultimi anni. contraddistinti da un notevole talento e una grande energia raccontano la loro esperienza del mondo attraverso il potente strumento della parola poetica.

il libro x dell`"istituzione oratoria" contiene una vera e propria storia della letteratura greca e latina e fissa canoni di riferimento destinati a influenzare i secoli a venire. l`xi racchiude un excursus sulle tecniche di memorizzazione: dopo i brevi capitoli dedicati all`argomento da cicerone nel "de oratore", le parole di quintiliano sono la trattazione piu` ampia che possiediamo sull`argomento. al suo interno, un lungo capitolo e` dedicato alla recitazione e, piu` in generale, ai vari aspetti concernenti l`attivita` dell`oratore: il tono della voce, la gestualita`, l`abbigliamento. infine il libro xii riassume le doti del perfetto oratore, che deve essere colto, esperto di filosofia, diritto e storia, eloquente e con una salda morale.


talos, un ragazzino spartano nato storpio, abbandonato dai genitori e destinato a un futuro inglorioso, riesce a diventare comandante e a salvare la sua citta` dai persiani. diomede, l`ultimo guerriero omerico a fare ritorno a casa dopo la guerra di troia, tradito e odiato dalla moglie, deve fuggire da argo e cercare nelle inospitali regioni di hesperia una nuova patria. xeno, un giovane ateniese arruolatosi nell`esercito di diecimila mercenari greci al soldo di ciro di persia, si trova quasi suo malgrado alla testa dei reduci, pronto a tutto pur di riportarli vivi a casa. sono tre grandi eroi dei tempi antichi che la prosa vivace di valerio massimo manfredi ha fatto rivivere sulla pagina scritta.



una vita errabonda, chiusa a trentatre anni con il ricovero in manicomio, ha fatto di dino campana (1885-1932) un maudit, il rimbaud italiano, un caso clinico da affidare all`aneddotica. autore di un solo libro, i "canti orfici" (1914), pur affondando le proprie radici nella cultura europea, quella simbolista in particolare, il "poeta pazzo" ha in realta` caratteri propri che lo rendono difficilmente collocabile in una linea o in una tradizione. quella del "visionario", forse la figura piu` inquietante del nostro novecento letterario, e` una scrittura orfica (cioe` misteriosa, oscura, per iniziati) scaturita da una vena ben consapevole della "purita` di accento" che la percorre.
. nei "dialoghi" la pratica dei sofisti e di socrate si unisce alla vocazione di platone per il teatro e la loro forma e` parte essenziale del pensiero che vi si incarna, in cui la parola si fa sentire come un avvicinamento approssimativo alla verita`.

questo libro indaga innanzitutto i conflitti e i tormenti che caratterizzano il rapporto tra fratelli e sorelle. il primo moto che orienta questo rapporto non e, infatti, quello della fratellanza o della sorellanza ma quello dell?odio e dell?inimicizia. con la nascita di un fratello o di una sorella la nostra vita si trova esposta al regime plurale del due, all?impossibilita di essere un uno indiviso. e la prima tendenza pulsionale dell?umano non e quella di accogliere il due, ma quella di respingerlo, di negarne l?esistenza. non puo allora essere la natura - la sostanza del sangue - a fondare un legame di fratellanza o di sorellanza. i fratelli e le sorelle rischiano sempre il conflitto aperto, la lotta senza esclusione di colpi, l?aggressivita inesausta di una rivalita invidiosa e gelosa che sembra non conoscere alcuna pacificazione possibile. come si puo allora divenire fratelli e sorelle al di la del mito della consanguineita? come si realizza una fratellanza e una sorellanza che non siano preda dell?odio, dell?invidia o della rivendicazione aggressiva? e possibile realizzare un legame solidale discreto senza la pretesa che tutto sia condiviso, senza annullare l?esistenza separata dell?altro, senza voler a tutti i costi costringere il reale del due dentro il recinto chiuso dell?uno? il sangue non e la sostanza della fratellanza.