
la chiave dell`arte dello scrivere, sosteneva hardy anticipando di piu` di mezzo secolo quello che dira` borges a difesa della narrativa d`intreccio, sta nella capacita` di mescolare in giuste dosi il banale quotidiano e lo straordinario. l`avventura grandiosa di un essere umano qualunque, o la giornata qualunque di un grande personaggio: questo e` il racconto. e il dosaggio e` cosi` riuscito in questi racconti del 1894, da incoraggiare a sottoscrivere il giudizio che nel 1949 ne dava annie messina: e` impossibile annoiarsi leggendoli. sono parabole rapide e disastrose di destini comuni, che il caso invece seduce e poi atterra: ironicamente, appunto. hardy le segue nel loro tragitto con uno sguardo di sconsolata pieta`, di romantica malinconia.

dal sommario: un teatro borghese (intervista a luca ronconi), il corpo del testo (intervista a stanislas nordey), cronologia (a cura di nico naldini), nota all`edizione. teatro: da "la sua gloria", da "edipo all`alba", "i turcs tal friul", appendice a "i turcs tal friul", da "i fanciulli e gli elfi", "la poesia o la gioia", "un pesciolino", "vivo e coscienza", "italie magique", "nel `46!", progetto di uno spettacolo sullo spettacolo, "orgia", appendice a "orgia", "pilade", appendice a "pilade", "affabulazione", appendice a "affabulazione", "porcile", appendice a "porcile", "calderon", "bestia da stile". traduzioni: "orestiade", appendice a "orestiade", "antigone", "il vantone", appendice a "il vantone", bibliografia.

