



il romanzo rivela un episodio semisconosciuto della storia italiana durante la seconda guerra mondiale. nel 1941, la cina (in quanto stato nemico del giappone, membro dell`asse) diventa nemica dell`italia. i pochi cinesi nella penisola il governo italiano li fa rinchiudere nell`ex monastero di isola (ai piedi del gran sasso, in abruzzo), adibito a campo di concentramento. il campo non ha sbarre, e i guardiani sono piuttosto tolleranti. malgrado i rapporti con gli abitanti di isola siano sporadici e difficili, gli internati vengono guardati con rispetto. la vita di questi centosedici individui travolti dalla storia, cambia con il crollo del regime fascista. se alcuni decidono di rimanere, altri scappano facendo perdere le proprie tracce, mentre altri ancora si uniscono alla resistenza. durante l`evasione un cinese vede "passare l`aereo che avrebbe cambiato tutto", diventando testimone inconsapevole della fuga di mussolini dal gran sasso. l`autore sceglie di non dare la parola agli internati e di farne emergere l`umanita`, i ricordi, le paure e i sentimenti attraverso una scrittura precisa, rarefatta, dove ogni parola e` pesata, una scrittura capace nella sua pregnanza di catturare e restituire l`inesprimibile che abita in fondo ai cuori di questi come di tanti altri immigrati. l`elenco finale con i centosedici nominativi restituisce ai protagonisti l`individualita` cancellata dalla storia, e che solo il romanzo puo` riportare in vita.





in un`alba livida e fredda del gennaio `79, sulle alture della genova popolare, due colpi di pistola sparati a bruciapelo uccidevano l`operaio comunista guido rossa. lo uccidevano al buio, nell`ora in cui gli operai vanno a lavorare. e cosi` quell`alba era anche un tramonto. annunciava la sconfitta politica delle brigate rosse, segnava la fine della loro illusione di conquistare il favore delle classi lavoratrici. ma la vita del , campione d`arrampicata dalle alpi all`himalaya, paracadutista, fotografo, non si esaurisce nella sua morte. ne` si limita a riflettere la morte di un`utopia operaista respinta dal movimento operaio. grazie allo scavo archivistico di sergio luzzatto - e grazie al suo talento narrativo - la storia di un diventa qui il ritratto, sorprendente ed esemplare, di un italiano nel dopoguerra. la parabola di un alpinista sceso giu` in mezzo agli uomini per cercare insieme a loro la strada della liberazione. troppo spesso, nel discorso pubblico, le sono poco piu` che figure retoriche. sopravvivono nella memoria degli italiani come immaginette, santini laici, piuttosto che come persone in carne e ossa. e cosi` era stato, finora, anche per guido rossa. comprensibilmente, tanta e` la forza simbolica del suo martirio: un operaio metalmeccanico, un sindacalista, un comunista, ucciso dai brigatisti rossi perche` baluardo democratico in fabbrica, oppositore strenuo di una propaganda marxista- leninista da lui denunciata quale travisamento degli interessi piu` autentici della classe operaia. senza voler nulla togliere al merito politico e civile del sacrificio di rossa, sergio luzzatto si e` accostato alla sua figura con altre intenzioni. oltre l`immaginetta, ha voluto scoprire l`uomo. autorizzato ad accedere (il primo a poterlo fare) all`archivio di famiglia, ha voluto guardare alla vita di rossa, almeno altrettanto che alla sua morte. si e` trovato cosi` a fare i conti con una personalita` or