
sid ali ha poco meno di vent`anni. proviene da una famiglia proletaria algerina, dai casermoni di una delle tante periferie di parigi. e bello, intelligente, raffinato lettore. ha ucciso quattro donne ed e` in un carcere di lisbona, in attesa dell`estradizione. scrive quindi la sua storia, "senza montaggio", in un torrenziale monologo in cui rivivono schegge di vita di periferia: il bullismo, la desolazione, i vagabondaggi a passo di hip-hop nei templi commerciali delle halles. straccione e orgoglioso, sid ali cura il suo corpo, si aggira come un dandy bello di rabbia. inveisce dentro di se` contro la volgarita` della societa` dello spettacolo e, al tempo stesso, vorrebbe esserne l`unica star.

negli ultimi anni si e` andato affermando tra gli europei un forte senso di antipatia verso gli stati uniti. questi sentimenti pero` spesso non tengono conto del fatto che l`america e` una realta` molto piu` complessa e sfaccettata di quanto appaia. come dimostra bencivenga, docente di filosofia alla university of california, irvine, due sono le americhe che si trovano a convivere all`interno degli stessi confini: quella delle multi-nazionali e dei loro referenti politici, legata alla conservazione di un potere oligarchico, e quella piu` vitale degli immigrati, che lottano per cambiare il proprio destino e per raggiungere una piena democrazia. due anime che si fronteggiano in un delicato equilibrio, ma che sono complementari.

