

heinrich heine compi` un viaggio in italia dall`agosto al dicembre 1828 lungo un percorso che dal brennero attraverso trento, verona, milano e genova lo condusse in toscana, dalla quale dopo alcune settimane fece poi ritorno in germania. le "impressioni di viaggio" riferite all`italia che, al pari di altre parti relative a varie tappe tedesche, prendono spunto da questi vagabondaggi sono molto lontane dalla forma della relazione di viaggio. esse sono, piuttosto, godibili strumenti comunicativi condotti con singolare maturita` dal giovane autore, sul filo narrativo del viaggiare, per catturare l`attenzione del pubblico dei lettori e, attraverso le mille rifrazioni della divagazione, dell`ironia, della polemica e del capriccio

nel calendario della francia rivoluzionaria, germinale e` il mese della fioritura, del rinnovamento della natura. un titolo ricco di delicate suggestioni, quindi, per il tredicesimo romanzo del ciclo dei rougon-macquart, che sembra pero` cozzare con l`ambientazione cupa e dolorosa e con i toni a tratti di feroce polemica della narrazione. etienne lantier, figlio di gervaise macquart, trova impiego nelle miniere del nord della francia, all`epoca della prima rivoluzione industriale. sconvolto dalle durissime condizioni di vita dei minatori, etienne organizza la resistenza, ma lui stesso, insieme alla ragazza di cui e` innamorato e al rude amante di lei, finira` per rimanere intrappolato in una galleria. in apparenza un fallimento, l`eccidio di lavoratori con cui lo sciopero si chiude e` in realta` il primo seme di quella primavera della giustizia e dell`uguaglianza tra gli uomini evocata dal titolo. pubblicato nel 1885, germinale e` uno dei romanzi piu` celebri di zola, se non di tutta la letteratura francese dell`ottocento; un accurato affresco storico ma soprattutto un esempio indimenticabile della potenza narrativa di zola. lo disse oscar wilde: "in germinale c`e` qualcosa di epico". la postfazione e` di henry james.



si dice che raccontare la propria vita serva a comprenderla. ci sono esperienze, pero`, su cui le parole non hanno presa: si puo` solo "soffrirle" una seconda volta sulla propria pelle. i criminali siberiani le loro vite se le portano addosso, incise dalla mano esperta del kol`sik: sacerdote e custode della tradizione, il tatuatore e` l`unico a comprendere fino in fondo la lingua arcana dei simboli. ma i tatuaggi, mentre raccontano delle storie, ne creano altre: generano incontri ed equivoci, stabiliscono legami, decidono, a volte, della vita e della morte. ed e` attraverso questo vortice di storie che nicolai lilin ci conduce dentro la tradizione dei "marchi" siberiani. sei racconti diversissimi - comici o disperati, violenti, romantici, rocamboleschi - nei quali ritroviamo alcuni dei personaggi memorabili di "educazione siberiana" la banda di minorenni capitanata da gagarin, il colossale mei, nonno boris e gli altri vecchi fuorilegge di fiume basso - e ne incontriamo di nuovi: oliva, che spara come un sicario e si porta sempre appresso la foto di una donna; styopka con il suo amore impossibile; pelmen, che paghera` caro un tatuaggio sbagliato nel posto sbagliato; e ancora kievskij, criminale di seme nero; il vecchio hippy batterista in perenne lotta con una direttrice dittatoriale; il terribile treno e la virginale cristina. a fare da filo rosso, c`e` la voce inconfondibile di nicolai "kolima" e la storia della sua formazione da tatuato.


