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due voci si alternano per raccontarci i due risvolti di una storia singolare. da una parte un uomo evoca i suoi ricordi di un compagno di gioventu`, soprannominato mascarita, che era affascinato dalla cultura india e dai suoi segreti. dall`altra parte un cantastorie, un narratore ambulante, memoria collettiva di tutte la tradizioni di una sperduta tribu` dell`amazzonia, ci racconta la sua esistenza e la storia e i miti del suo popolo. un affresco, pietoso e sconsolato, del degrado materiale a cui sono sottoposte le tribu` indie del sudamerica e il loro tentativo di conservare la propria identita`. un romanzo ricco di poesia e di introspezione psicologica, dove l`invenzione si fonde con la realta`, il sogno e la fantasticheria con il concreto.

colto e citazionistico, ma immediato alla lettura, autobiografico e "vero" nei contenuti. romantico e sentimentale nella tonalita` di fondo, ma attraversato da un`ironia che si incastona negli snodi strutturali del libro, oltre che nelle sue pieghe piu` visibili. testimonianza di un`ossessione privata, ma anche lucida analisi dei mostri che possono dominare la mente dell`uomo.

in oltre quattrocento voci vengono prese in esame le questioni inerenti la religione islamica, i suoi precetti, i suoi rapporti con civilta` e tradizioni diverse, ma anche la storia di alcune popolazioni del variegato mosaico islamico. ampio spazio e` dato inoltre alla lingua, alla letteratura, alla societa`, all`economia, all`arte e all`architettura dell`islam, senza dimenticare aspetti come l`abbigliamento, l`alimentazione, il rapporto tra i sessi.

lombroso e` stato uno degli italiani piu` celebri al mondo nella sua epoca, una figura di grande spicco nel panorama del positivismo europeo di fine e inizio secolo. ma dopo la sua morte il suo pensiero e` stato perlopiu` ridotto alle teorie sull`atavismo, liquidato in toto o irriso (e in quanto ebreo, il fascismo ha cancellato ogni sua traccia dalla toponomastica e ogni scultura commemorativa dai luoghi pubblici). con questo volume si vuole proporre un`immagine piu` sfaccettata di lombroso a partire da testi meno noti. alberto cavaglion ci propone il lombroso divulgatore, giornalista, poligrafo che si occupa di medicina sociale, ma anche di architettura, di politica, di questioni giuridiche, di storia, linguistica e letteratura. un ritratto intellettuale molto diverso e, dal punto di vista della scrittura, molto piu` piacevole rispetto a quello conosciuto attraverso i suoi controversi saggi accademici. il volume, che ripercorre un ampio arco temporale (dal 1851 al 1909, poco prima della morte) inizia con le pagine piu` intime: quelle dal diario giovanile, le lettere alla fidanzata che poi diventera` moglie, le pagine autobiografiche. poi si ripercorre la vasta gamma dei suoi interessi intellettuali, dalla passione per la filologia e la letteratura alla musica, dalla politica (socialista moderato) agli interventi sull`antisemitismo. non mancano pagine sulla medicina sociale e quelle tratte dal giornale che lombroso aveva organizzato nel manicomio di pesaro, facendo collaborare i pazienti. e naturalmente i suoi studi sulla follia in rapporto alla criminalita` e alla genialita`, ma sintetizzati in pubblicazioni divulgative mai riprese prima d`ora. il volume comprende anche un saggio di silvano montaldo sulla storia della collezione di reperti anatomici, antropologici e criminologici avviata in vita da lombroso e diventata poi il museo torinese a lui dedicato.

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