
i versi di roberta dapunt si snodano tra angoscia e armonia. da un lato c`e` un percorso tormentato attorno a inquietitudini religiose, preghiere che non placano, immagini di morte, dall`altro il senso di sacrale purezza che risiede nella terra, nei ritmi della natura, nella vita di montagna e nei suoi riti che legano insieme le persone, i loro gesti senza tempo, gli animali il silenzio. ne risulta un passo irregolare, febbrile e pacato insieme: una sapienza zoppia che permette di attraversare una realta` multiforme senza schematizzarla in moduli precostituiti e automatici.

poco prima di morire gershom scholem amplio` notevolemente il testo dei suoi ricordi di gioventu` "da berlino a gerusalemme". mentre nella prima versione veniva descritto l`ambiente ebraico tedesco durante la prima guerra mondiale, in questa edizione il centro della sua analisi si sposta maggiormente verso gerusalemme, soprattutto con il progetto di una nuova vita culturale e sociale per lo stato di israele. e la storia di un itinerario intellettuale ricco di incontri con alcune figure chiave del periodo come martin buber, franz rosenzweig e samuel agnon che, nello stesso tempo, rivela il tentativo di definire una nuova identita` ebraica, attraverso la difesa della lingua e le ricerche sulla mistica.

bambini che costruiscono castelli in terra e in aria, una piccola carriola simile a un`utopia, una donna che ospita piccioni e malattie, due amiche invecchiate insieme ai loro desideri, un vedovo che per cinque anni attende una risposta dal mare, e altri uomini ancora, alle prese con la vita, sullo sfondo di paesaggi che sembrano destini. undici racconti che danno voce a uno sguardo impossibile, rasente la terra, come quello di un angelo pietoso che ha perso le ali.

le pozzanghere riflettono le luci dell`universo: "quello che capita a volte un po` di luna e le ombre dei randagi casuali". sono un simbolo forte del panteismo eccentrico di strumia, dove i meccanismi cosmici si manifestano, con un po` di mistero e molto understatement, nelle forme di esistenza minime e meno appariscenti. per questo l`uomo trova uno specchio straniante ma anche profondamente veritiero negli insetti o addirittura nei batteri, in un fossile o in un grumo di resina. "siamo atomi migranti": sembra la sintesi poetica del famoso racconto di primo levi sul carbonio. quella di strumia e` una visione scientifico-materialista del mondo, ma non per questo meno segreta, piena di simboli indecifrabili. la sua poesia e` lontana dalla tradizione lirica: l`io che viene rappresentato e` frantumato e attraversato da forze conosciute e sconosciute, e viene sempre descritto da punti di vista dislocati apparentemente altrove, anche se proprio questi altrove sono l`unica possibile forma di identita`. in questa direzione vanno la continua invenzione linguistica, la sfrenata fantasia delle immagini e delle associazioni, i cambi di ritmo, le sonorita` incalzanti. una brillantezza mai gratuita, che e` tutt`uno con il lavorio del pensiero e le sue brucianti accensioni in presa diretta.

quando anne inizia il suo diario, nel giugno del 1942, ha appena compiuto tredici anni. poche pagine, e all`immagine della scuola, dei compagni e di amori piu` o meno ideali, si sostituisce la storia della lunga clandestinita`. obbedendo a una sicura vocazione di scrittrice, anne ha voluto e saputo lasciare testimonianza di se` e dell`esperienza degli altri clandestini. la prima edizione del "diario" subi` tuttavia non pochi tagli, ritocchi, variazioni. il testo, restituito alla sua integrita` originale, ci consegna un`immagine nuova: quella di una ragazza vera, ironica, passionale, irriverente, animata da un`allegra voglia di vivere, gia` adulta nelle sue riflessioni. questa edizione, in appendice, offre anche una ricostruzione degli ultimi mesi della vita di anne e della sorella margot, sulla base di testimonianze e documenti raccolti negli anni. prefazione di eraldo affinati. con uno scritto di natalia ginzburg.