
mary williams e` una studentessa dal sorriso affascinante e dai modi schivi. e stata adottata vent`anni prima, e ora per lei scoprire la verita` sui propri genitori naturali e` diventata una specie di ossessione. johnny lane e` un investigatore privato di successo. un piccolo ufficio, la bottiglia di whisky nel cassetto, tutti i casi brillantemente risolti. tiene una rubrica sul giornale cittadino, dove racconta al grande pubblico i segreti del suo mestiere. los angeles anni quaranta? no, denver anni duemila. quando mary si presenta nel suo studio, il detective non ha esitazioni. rifiutare un caso del genere non sarebbe nello stile di johnny lane: una ragazza semplice e bisognosa, tanto diversa dalla feccia con cui e` costretto a misurarsi.

liceo di walliscote road, sezione studi integrati: una via di mezzo tra un bazar della mecca e un punto di scambio di sostanze stupefacenti. centinaia di ragazzi, tutti professionisti nell`arte dello scippo, della prostituzione e dello spaccio, cercano con tutte le loro forze di non apprendere alcunche`. in un vortice di situazioni surreali, sesso e gerarchia militare, la scuola diventa la piu` esilarante caricatura di se stessa. a capo dei progetti eversivi contro la burocrazia scolastica si fa strada caleb duck, supplente del direttore di dipartimento: in un delirio di onnipotenza e desiderio di liberazione, arruola i peggiori elementi della scuola per collaborare al suo fantasmagorico progetto di emancipazione da qualsiasi regola formale.


"il genio in fuga" e` un`interpretazione del teatro musicale di rossini condotta alla luce del sapere filosofico, piu` con la liberta` dell`ermeneutica che secondo le regole dell`indagine musicologica tradizionale. queste pagine rinviano a quell`irripetibile momento dell`illuminismo in cui l`uomo sperimento` la possibilita` di una propria realizzazione nella storia, senza piu` alcun riferimento con la trascendenza. baricco dimostra pero` che in rossini la soggettivita` "orizzontale" dell`uomo settecentesco trova una propria conciliazione con l`oggettivita` tramite una "fuga in avanti" in cui uomo e mondo convergono in una seconda natura, permeata dalla felicita` che si raggiunge attraverso un certo abbandono ai territori della follia.

i lettori italiani sanno fare i loro conti, e conoscono bene la quantita` di risate che alan bennett riesce a scatenare quando maneggia uno spunto anche elementare (la sgradita visita di topi d`appartamento, ad esempio), o ritrae personaggi familiari in situazioni incongrue (un`anziana regnante cui capita in mano, per la prima volta o quasi, un libro). per calcolare quanto rideranno qui, bastera` dunque fare la somma fra un compito apparentemente banale (correggere un libretto d`opera) e i due eccentrici, litigiosi e, com`e` ovvio, spiritosissimi mostri sacri chiamati a svolgerlo, nel corso di un lungo battibecco immaginario ma tremendamente verosimile: w.h. auden, nientemeno, e benjamin britten.

buck duane, abilissimo tiratore con una triste eredita` di vendetta lasciatagli dal padre, e` trascinato suo malgrado a uccidere un uomo. il suo destino e` segnato: deve fuggire, lasciare la sua fattoria, andare a ingrossare le file dei fuorilegge che spadroneggiano nel texas. ma buck riesce nonostante tutto a non macchiarsi di altri delitti e a portare aiuto ai deboli e agli oppressi. la sua fama di tiratore implacabile gli procura una grande occasione: gli viene offerto di diventare segretamente un ranger per aiutare a sconfiggere la banda di banditi piu` pericolosa in circolazione: quella comandata dal terribile cheseldine, personaggio dalla doppia vita. buck duane si impegna a fondo, rischia piu` volte la vita, viene ferito gravemente, ma ce la fara`: completamente riabilitato, si conquistera` un avvenire onesto e una moglie straordinaria.

