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nathan mirsky vive a boston, e` un medico quarantenne sofferente di attacchi di rabbia, per i quali e` in cura da un analista. riceve la notizia che suo fratello maggiore daniel - a cui era molto legato, ma che aveva perso di vista da anni - e` morto a san francisco ucciso da un`arma da fuoco, probabilmente in uno scontro tra gang rivali. giunto in california con il padre sol, un ebreo europeo sopravvissuto ai campi di concentramento che si impegna a ricostruire il destino di coloro che si sono salvati dallo sterminio e a tenere i rapporti coi rispettivi familiari, scoprira` che daniel viveva con una ragazza e il figlio di lei. nathan e sol dovranno confrontarsi con i motivi che li hanno allontanati l`uno dall`altro, isolandoli senza il conforto di una famiglia, consapevoli di doversi misurare con uno dei sentimenti piu` indispensabili, il perdono.

un inquieto colloquio fra vivi e morti, fra il senso di colpa di chi e` sopravvissuto e la ricerca di silenzio di chi viene evocato.

wolfang mertens ripercorre la storia della disciplina psicoanalitica, esaminandone scuole e correnti. il punto di partenza della sua indagine e`, inevitabilmente, l`opera freudiana, in quanto nessun altro scritto novecentesco ha influito in modo tanto determinante sull`arte, sul sapere e sulla nostra stessa autocoscienza. la psicoanalisi, infatti, non considera che la propria funzione sia solo quella di rendere cosciente l`inconscio, ma intende se stessa come una vera teoria sociale. investe, quindi, ogni campo culturale, artistico e religioso.

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