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guido, uno dei figli della signora traversari, rientra a casa un giorno con un bambino per mano. salvino ha dieci anni e un passato segreto. dei suoi genitori non si sa nulla, ne` guido fornisce spiegazioni, anche se tra lui e il piccolo sembra esserci una confidenza costruita nel tempo. per tutti l`arrivo di salvino e` un tornado interiore. non solo e non tanto perche` e` difficile accettare l`estraneo, l`intruso che irrompe nelle nostre esistenze e le sconvolge, un po` le brucia e un po` le rigenera. le ragioni per cui la sola presenza di quel bambino e` sufficiente a modificare gli equilibri di una famiglia e degli individui che la compongono sono in gran parte oscure: ed e` proprio questa zona buia, questo luogo di verita` in movimento, che il romanzo di de silva attraversa senza dare ne` chiedere spiegazioni.

il dilemma del titolo intende sintetizzare le due anime della ricerca storica incarnate rispettivamente da ranke nella prima meta` dell`800 e da burckhardt nella generazione successiva. dopo aver precisato il peso che ebbero la rivoluzione francese e l`era napoleonica nella formazione di una nuova sensibilita` storiografica. gilbert illustra le principali innovazioni apportate da ranke: un attento vaglio delle fonti, la ricerca d`archivio, la limitazione dell`indagine alla storia politica. di opposto orientamento metodologico fu invece burckhardt, favorevole a una storia come storia della cultura, chiave di volta per interpretare la storia nella sua globalita`.

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