




stare al mondo. in altre parole, definire e possedere una condotta umana. o ancora: rinunciare a sopravvivere per riguadagnare un senso di marcia, una direzione. c`e` una sorta di emergenza morale in questo "stare al mondo". c`e` un`opposizione ferma allo spaesamento e a tutto cio` che di analgesico questo comporta. con lo "stare al mondo" si evocano insieme un`identita` geografica (il posto che occupiamo nell`esistenza) e un`identita` etica (qual e` il nostro orizzonte di valori? esiste? come lo possiamo conoscere?). un nuovo "governo di se`" emerge necessario e possibile, compreso fra il vissuto individuale e il panorama dinamico della collettivita`.

l`autobiografia di gunter grass si apre nel 1939, con lo scoppio della guerra, nella quale risulta immediatamente coinvolta danzica, la citta` natale dello scrittore e il centro nevralgico dell`opera che gli diede la fama, "il tamburo di latta". e proprio con la stesura e la pubblicazione del grande romanzo negli anni cinquanta, il libro si chiude. l`attenzione della stampa internazionale si e` soprattutto concentrata sulle pagine in cui grass confessa di essere stato nelle waffen-ss: presentatosi volontario a quindici anni per servire nei sottomarini, viene, due anni dopo, arruolato in un battaglione delle ss appena costituito. la sua presenza sul fronte orientale dura poche settimane: sopravvive ad alcune operazioni di guerra e finisce prigioniero degli americani. cio` che fa scandalo non e` il suo arruolamento, ma il successivo silenzio e il ruolo di censore intellettuale e morale assunto dall`autore negli ultimi sessant`anni. al centro della seconda parte dell`autobiografia c`e` la germania del dopoguerra, con grass che per un anno e mezzo non sa se i famigliari siano ancora vivi. nonostante tutto, l`autore riesce a descrivere la vita del campo di prigionia americano con pagine esilaranti. ritrovata la famiglia decide di diventare scultore, ma presto iniziano i contatti con il mondo letterario (benn e il gruppo 47) e, come dal nulla, preceduto solo da qualche racconto, pubblica il primo grande romanzo, "il tamburo di latta".


continua l`itinerario di pausania attraverso le regioni del peloponneso. in questo settimo libro, dedicato all`acaia, la descrizione dei luoghi si apre ad abbracciare un panorama storico e geografico molto vasto: di li` infatti mossero i coloni che popolarono quella parte dell`asia minore denominata ionia, le cui vestigia sono tuttora visibili al visitatore appassionato di archeologia. testo originale a fronte.

e un fatto universalmente noto che le ragazze e i ragazzi vivono su pianeti diversi. per anni kathryn lamb ha studiato le modalita` con cui i ragazzi (che vengono da giove) e le ragazze (che vivono su saturno) comunicano quando entrano in contatto, si incontrano, si trovano, si innamorano, si lasciano. la sistematica esplorazione dei loro mondi permettera`, forse, di scoprire la ragione per cui creature tanto diverse fra loro - per abitudini, modo di pensare e sentire - riescono a sopravvivvere quando i loro pianeti entrano in collisione. eta` di lettura: da 11 anni.

"la formula `fine del moderno` - entrata da tempo in uso e oggi forse anche uscitane - suggerisce l`idea, in qualunque modo la si voglia intendere, che del moderno qualcosa e` tramontato. che, poi, si sia definitivamente concluso si puo` anche discutere, ma non v`e` dubbio che nietzsche si colloca al centro di questo snodo e ne rappresenta il radicale crocevia. motus in fine velocior, e di questo nietzsche e` conseguenza e insieme manifestazione: non per caso formula la sua filosofia come un annuncio. per la stessa ragione, costituisce un punto di non ritorno, un inevitabile transito. cio` da` conto della ragione per cui proprio con nietzsche venga quasi spontaneo passare al `dopo nietzsche`. e lui che suggerisce d`oltrepassarlo. questo libro non e` percio`, ne` vuole esserlo, una ricostruzione storico-critica del pensiero di nietzsche, ma piuttosto insiste e si muove lungo quella traiettoria di pensiero, quella curvatura che nietzsche ha impresso alla filosofia come luogo proprio per sollevare questioni di verita`."





