

un`introduzione organica alla filosofia di heinrich friedrich jacobi (1743-1819), universalmente riconosciuto come un protagonista della filosofia tedesca classica nel passaggio dall`eta` dei lumi alla stagione del romanticismo. dopo un capitolo iniziale, in cui vengono messi in luce la formazione di jacobi, i suoi primi esperimenti letterari e filosofici, il pensiero economico e politico, si prende in considerazione il nucleo filosofico dei due romanzi allwill e woldemar. seguono le ricostruzioni delle controversie sulla dottrina di spinoza, che ha assicurato a jacobi un posto fondamentale nella storia della filosofia moderna, contro l`idealismo e "sulle cose divine" con schelling.



milano dal 1950 ai nostri giorni attraverso l`urbanistica, il design, la moda, il cinema, la famiglia, l`immigrazione vecchia e nuova, la televisione, il calcio. negli ultimi cinquant`anni, milano ha cambiato pelle piu` volte. negli anni del boom economico e` stata la "capitale del miracolo": centinaia di migliaia d`immigrati vi sono approdati dal resto d`italia trasformandola nella capitale industriale e finanziaria del paese, insediandosi in un`immensa periferia che non solo e` stata per anni, col suo grigiore, l`immagine stessa della citta` ma e` diventata "la citta`". poi il sessantotto e gli anni di piombo. improvvisamente com`era scoppiato, il boom ha avuto termine e milano ha attraversato anni di feroce deindustrializzazione: una dopo l`altra, hanno chiuso la breda, la falck, l`alfa romeo, l`innocenti, la pirelli. al governo della citta` fin dal dopoguerra, i socialisti la pilotano verso quella "milano da bere" che e` sfociata in tangentopoli e mani pulite. milano capitale della resistenza, epicentro del rinnovamento culturale, sede della prima televisione e dell`impero di berlusconi. milano dove si coagula in partito la lega e dove nasce forza italia. questo libro e` un tentativo di capire la storia di questi processi. ma non e` un libro di storia tradizionale. prende in esame alcuni quartieri, luoghi, spazi, eventi, film, programmi televisivi, strade, immigrati, oggetti del design. questi micromomenti e microentita` servono a spiegare i macrocambiamenti.


"il trattato di semiotica generale" e` certamente il libro che piu` di ogni altro ha segnato la semiotica italiana (e non solo), definendo i limiti di un campo disciplinare e offrendo una teoria globale di tutti i sistemi di segni e dei possibili processi di comunicazione. i problemi tradizionali della linguistica, della logica, della retorica, dell`estetica, della filosofia del linguaggio e delle teorie della percezione vengono qui ripresi, discussi e ripensati nel quadro di una disciplina che nel 1975 (anno del libro) era ai suoi albori. con questo libro umberto eco e` diventato a tutti gli effetti il "padre" della semiotica e da allora - dal 1975 - "il trattato di semiotica generale" non ha mai smesso di essere letto, discusso, citato, tradotto: punto di riferimento passato e presente (e certamente futuro) di intere generazioni.





"la storia del jazz", con prefazione di pupi avati, racconta oltre un secolo di musica, dalle "radici" fino alla contemporaneita`, attraverso personaggi, stili, tecnologie. il volume affianca nella trattazione in modo organico stati uniti, europa e italia, mostrando in parallelo come il linguaggio jazzistico - nato in nordamerica - si sia radicato e modificato sulle due sponde dell`atlantico. lo spazio per le vicende europee ed italiane e`, infatti, presente in modo caratterizzante, con una sezione interamente dedicata alle scene del jazz continentale, dalla scandinavia al mediterraneo. altra novita` e` il taglio divulgativo della narrazione, rivolta a lettori interessati si` alla musica ma non necessariamente specialisti. informazione, analisi, riferimenti storico-sociali, tendenze sono infatti proposti in capitoli godibili sia da neofiti sia da appassionati. l`opera e` costituita da undici sezioni corredate di box di approfondimento (fra cui schede tecniche sul linguaggio musicale), discografia (oltre 250 album consigliati) e cronologia. uno testo rivolto a chi si avvicina per la prima volta al jazz, come a chi gia` lo conosce e lo ama.

il termine "decostruzione", solitamente associato all`opera di jacques derrida, e` forse uno dei piu` equivocati della filosofia del novecento, e sembra ancora lontano il tempo in cui si giungera` a una piena comprensione di quanto abbia prodotto e produca ben al di la` delle semplificanti formule a cui lo si e` spesso ridotto. in questo secondo volume di "psyche`. invenzioni dell`altro" e` possibile verificare in che senso la decostruzione non e` ne` un`analisi ne` una critica tecnicamente intese come scomposizioni padroneggiabili, ma un esercizio del pensiero che si produce come lettura esigente e rigorosa, capace di svelare le domande e le genealogie insospettate o nascoste che hanno strutturato e legittimato la tradizione filosofica occidentale. i saggi qui radunati - inaugurati dall`ormai famosa (ma non per questo conosciuta) "lettera a un amico giapponese" - interrogano heidegger, kant, michel de certeau e attraversano campi del sapere quali l`architettura, la storia, la teologia, il diritto e la politica, imponendo a ciascuno la radicale presa in carico dei non sempre dichiarati o consapevoli moventi epistemologici, politici, culturali che innervano i loro gesti e le loro procedure.