

l`autore introduce il lettore al risultato di anni di osservazione, studio, riflessione, alla ricerca delle origini dei sogni, dei desideri e delle passioni che, nella societa` di oggi, danno un significato alle azioni, un senso all`esistenza e indicano la via da seguire nella vita. il libro propone una narrazione diretta di fatti, personaggi ed episodi che invitano a riconsiderare, all`ingresso del nuovo millennio, sentimenti, valori etici, ideali politici e spirituali e, piu` in generale, i rapporti con gli altri.

quale storia hanno dietro di se` le feste nazionali? quante altre ricorrenze sono state dimenticate? porsi questi interrogativi significa anche interrogarsi sul rapporto tra le vicende nazionali di un paese e la sua memoria culturale pubblica, convogliata attraverso il ruolo delle istituzioni. significa esplorare l`insieme dei miti e la simbologia collettiva che si riferisce alla formazione e all`affermazione della comunita` nazionale, cioe` alla religione civile. partendo dall`unificazione d`italia si giunge al secondo dopoguerra e all`affermarsi un un patriottismo costituzionale.




insolente e provocatorio, scritto in una prosa dalla potenza lirica, "i canti di maldoror" e` un poema dell`inconscio e un`allegoria del male, un grido di blasfema ribellione contro dio e la societa`. il protagonista, maldoror, maestro dei travestimenti perseguito dalla polizia poiche` ritenuto incarnazione del male, si fa strada attraverso un mondo sinistro e sadico, popolato da becchini, ermafroditi, prostitute, squali, pazzi e bambini inquietanti. egli rappresenta l`uomo che si rivolta contro il suo creatore, uccidendolo e facendolo a pezzi. delirante, erotico, sacrilego e grandioso al contempo, ignorato dai piu` alla pubblicazione e criticato per la scrittura esplicita e grottesca, "i canti" fu riscoperto alla fine dell`ottocento, raggiungendo notevole successo come uno dei primi e piu` straordinari esempi di scrittura surrealista. e oggi ritenuto fra i testi piu` interessanti e ricchi di spunti del maledettismo ottocentesco, di quel romanticismo satanico che rivendica all`artista il ruolo di angelo caduto, tanto piu` emarginato quanto piu` profondamente consapevole.