Le più belle canzoni del BUSCADERO suonate dal vivo dai Borderlobo:
Alex Gariazzo (chitarre), Riccardo Maccabruni (piano, fisa, organo), Raffaele Kohler (tromba), Luciano Macchia (trombone), Paolo Ercoli (pedal steel), Michele Guaglio (basso)
special guests
RAFAEL GAYOL (batterista di Leonard Cohen) - DAVID FORD (UK) ELIJAH WALD (Usa) - RAY HEFFERNAN (Ireland) CAROLINE COTTER (Usa) - ANDY JOHN JONES (UK) - FREDDIE HALL (Usa) EDDY RAY COOPER (France) - ANDREA PARODI ZABALA
Evento GRATUITO - Posti limitati
prenota il tuo biglietto
"osservare freddamente dio - caldamente, lo fu gia` abbastanza". per questa impresa, che e` gia` di per se` un`empieta`, sgalambro si e` scelto come invisibili protettori quei grandi teologi dimenticati, come suarez o melchor cano, che sapevano trattare di dio con cupa professionalita`. qui, come ancora in spinoza e in schopenhauer, dio torna a essere il mondo nella sua profonda estraneita`, nella sua avversione al soggetto, che attacca fino a ucciderlo, nella sua controfinalita`.
nell`accostarsi alla fenomenologia del sacro come categoria esistenziale radicata nelle profondita` della psiche collettiva, dupront fa qui convergere l`analisi su due atti religiosi essenziali per l`occidente cristiano, la crociata e il pellegrinaggio, indagati rispettivamente attraverso l`esame delle cronache della prima spedizione in terrasanta e la ricostruzione dei culti mariani di lourdes e rocamadour. la lezione di dupront e` chiara: anche i nostri tempi, che si vogliono lontani dal mondo del sacro, ne portano in se`, sia pure solo allo stato di latenza, i contenuti, le immagini, le pulsioni, in quanto originarie dell`uomo occidentale.
le radici e il destino dell`europa sono al centro della discussione storica, politica e filosofica. definire i fondamenti della civilta` europea (che e` diversa anche da quella americana) e` un presupposto fondamentale per capire il ruolo e le possibilita` d`azione del vecchio continente all`interno del "nuovo disordine mondiale". steiner affronta la questione evidenziando cinque elementi che caratterizzano la cultura del vecchio continente. primo, i caffe`. secondo, un paesaggio a misura d`uomo. terzo, luoghi carichi dei segni e delle memorie del passato. quarto, citta` figlie della cultura greca e di quella ebraica; infine, una coscienza di se`, individuale, e sociale. prefazione di mario vargas llosa.
riccardi lavora da sempre a un disegno d`ampio respiro poematico, dove trova netto risalto questo libro, la cui narrazione in versi si ambienta nei due luoghi essenziali di una precisa geografia poetica: la campagna parmense del podere di cattabiano e quella che fu la "piccola stalingrado", cioe` sesto san giovanni. ed e` una narrazione poetica di sorprendente energia, all`interno della quale si stagliano, nella mitologia industriale dei quattro grandi stabilimenti, le imponenti presenze delle macchine e degli automi, i "bagliori dei forni e dei laminatoi", i congegni della produzione azionati da uomini che vivono la fabbrica come "la bolgia dei vivi".
pur essendo una trattazione compiuta dei vari argomenti implicati nel fenomeno della tragedia greca e pur seguendo di dramma in dramma l`opera dei singoli tragici (compresi i minori), l`opera di max pohlenz non e` un manuale nel senso corrente. la tragedia greca non e` una somma di problemi esteriormente tenuti insieme da un intento didattico, bensi` un lavoro unitario, concepito organicamente, valido soprattutto per la lezione derivante dal suo insieme, dove la tragedia greca e` illustrata come fenomeno complesso, incidente su tutta la vita dei greci; con le parole stesse dell`autore: "la tragedia greca e`, oltre che servizio divino, anche servizio del popolo. e arte popolare nel senso piu` alto". ed e` anche un`opera, questa di max pohlenz, scritta in una lingua suggestiva, che continua a restare la migliore introduzione per chi desideri iniziarsi a questa problematica tanto affascinante.
"padre david", ha scritto carlo bo, "ha avuto da dio due doni: la fede e la poesia. dandogli la fede gli ha imposto di cantarla tutti i giorni". e david maria turoldo ha continuato a cantare, fino all`estremo, come testimonia questo volume, che comprende le ultime raccolte "canti ultimi" (1991) e "mie notti con qohelet" (1992). da credente, ma senza rinunciare ai valori dello spirito laico cui e` sempre rimasto fedele, ha costruito una altissima e appassionata meditazione su tre libri della bibbia: l`ecclesiaste, il cantico dei cantici e il libro di giobbe. da autentico poeta, turoldo sa fondere nelle sue liriche il divino e l`umano, lo slancio lirico e l`intuizione teologica.