
19 novembre 1938, viene pubblicato sulla "gazzetta ufficiale" il decreto legge n. 1728 intitolato "provvedimenti per la difesa della razza italiana". dopo pochi giorni ernesto nathan rogers, ebreo, giovane architetto razionalista e membro dello studio bbpr, comincia a scrivere "lettere di ernesto a ernesto" e vicevena, che portera` a termine nel marzo del 1939. il manoscritto, tornato finalmente alla luce, viene presentato in tutta la sua drammatica realta`. una sequenza di brevi, intense lettere che l`autore rivolge a se stesso instaurando un doloroso dialogo interiore in cui indagare la nuova condizione di anonimo tra la folla. gli scritti di rogers, che inizialmente erano una naturale reazione al trauma subito, diventano con il passare del tempo una lucida riflessione sulla condizione dell`individuo nella societa` moderna. insieme essi testimoniano di un cambiamento nella percezione di se` nel mondo che risultera` fondamentale per capire il ruolo che ernesto rogers acquisira` nel dopoguerra italiano e internazionale.





due testi. una lettera al padre, giuseppe antonio borgese, del 30 agosto 1945 fra le macerie della guerra e della rinascita, e il racconto di un viaggio da ponte in valtellina a roma, nel luglio del 1943, perche` convocato dalla commissione centrale dei danni di guerra per ricevere un rimborso "milionario". come scrive claudio magris nella sua prefazione, "le poche pagine di questo `milione` sono uno straordinario viaggio in italia in uno dei suoi momenti piu` tragici, piu` indecorosi e piu` eroici. borgese attraversa il suo paese con l`occhio critico della moralita` offesa ma anche con l`umanissima bonarieta` di chi sa sorridere della pasticciona commedia della vita". il "pezzo forte" di questo libro e` tuttavia la lettera al padre "... una delle grandi `lettere al padre` del secolo scorso... e toccante, e` commovente - pur nell`asciuttezza del tono - sentire come leonardo abbia bisogno che il padre lontano (meritorio maestro non investito direttamente dalla tragedia, nella sua esistenza in america) conosca quello che egli ha fatto, l`animo con cui egli ha affrontato e superato le difficolta`, la dirittura e il coraggio che lo hanno sorretto, e che hanno sorretto la sua famiglia, in quegli anni cosi` difficili. ha bisogno che il grande padre lo stimi e conosca il dramma della sua esistenza e anche la dignita` di quest`ultima."


in questo saggio atipico, le architetture della mezquita-catedral di cordoba, del ryoanji di kyoto, del potala di lhasa, della moschea di djenne`, del padiglione tedesco a barcellona, del megisti lavra di monte athos, delle torres de la ciudad sate`lite di citta` del messico, del campidoglio di chandigarh, si presentano come interpreti di un dialogo a distanza che si rinnova nel corso della storia alle diverse latitudini. e insieme ai relativi apparati figurativi - pittura, scultura, design e grafica - si confrontano nei diversi contesti urbani e naturali, nei diversi sistemi culturali di riferimento. qui sono riconosciute come

una donna in dialogo perpetuo con se` stessa e con il mondo disegna una mappa delle sue ossessioni, del suo rapporto con l`amore e con il corpo, serbatoio di ipocondrie e nevrosi: il nuovo romanzo di daniela ranieri e` un diario lucido e iperrealistico, in cui ogni dettaglio, ogni sussulto di vita interiore e` trattato allo stesso tempo come dato scientifico e ferita dell`anima. dalla pandemia di covid-19 alla vita quotidiana di roma, tutto viene fatto oggetto di narrazione ironica e burrascosa, ma in special modo le relazioni d`amore: le tante sfaccettature di eros - l`incontro, il flirt, il piacere, le convivenze sbagliate, la violenza, l`idealizzazione, la dipendenza, l`amore puro - vengono sviscerate nello stile impareggiabile dell`autrice, un misto di strazio, risentimento, ironia impastati con la grande letteratura europea (e non solo). e forse e` proprio la lingua di daniela ranieri il vero protagonista di questo "stradario aggiornato di tutti i miei baci", una lingua ricchissima di echi gaddiani, di irritazioni a` la thomas bernhard, di citazioni, e allo stesso tempo inquietantemente diretta e inaudita, una lingua la cui capacita` di nominare e avvicinare le cose e` pari soltanto alla sua potenza nel distruggerle. lo stradario di daniela ranieri non e` solo un romanzo: ha la sostanza di un corpo vivente che abita nel mondo, di una voce che avvince e persuade con la forza della grande letteratura.