
principale esponente di un nobile classicismo, andrea palladio affronta in questo trattato temi banali con disinvoltura: dalle zanzare alla bollitura dei legumi, dal tipo di piante che crescono lungo i corsi d`acqua al problema del puzzo dei letami. cosi` facendo dimostra la sua grande concretezza, il senso pratico che lo guido` in ogni fase di progettazione e realizzazione delle ville venete che tuttora possiamo ammirare.




il volume fa parte di una serie suddivisa in tre sezioni, dedicate alle diverse arti, alla storia dell`estetica e ai suoi concetti chiave. il presente volume appartiene alla sezione storica. "l`estetica dell`ottocento" descrive l`ampia parabola che va dall`idealismo tedesco alle declinazioni positiviste e formaliste fin de sie`cle. il libro inizia dunque esponendo i grandi sistemi idealistici di schelling e hegel, per affrontare poi l`evoluzione dell`idea della bellezza nell`estetica post-hegeliana e in pensatori quali schopenhauer, kierkegaard, nietzsche, morris e ruskin. un terzo capitolo si occupa delle poetiche del moderno, mentre l`ultimo capitolo da` conto dell`estetica del positivismo.

londra 1968. chris carver finisce arrestato durante violenti scontri in citta`. trent`anni dopo, ha dimenticato perche` voleva fare la rivoluzione. il giorno prima di compiere cinquant`anni, la sua tranquilla esistenza borghese (ha cambiato identita` anagrafica, e nasconde la verita` sul suo passato anche alla moglie e alla figlia adolescente) sta per crollare minacciata da un vecchio compagno di lotte politiche che forse l`ha riconosciuto per strada. questi potrebbe denunciarlo come autore di attentati e altri crimini compiuti tra gli anni sessanta e settanta per protestare contro la guerra in vietnam. dal passato risorge come un fantasma anche anna, la bella rivoluzionaria che ha amato appassionatamente durante quegli anni di amore libero. incisivo e provocatorio, le mie rivoluzioni e` un romanzo sulla doppia identita`, sugli ideali, le idee, le aspirazioni e le utopie di una generazione e su cio` che sono destinate a diventare con il passare del tempo.

"paesi tuoi" segno` l`avvio dell`opera narrativa di pavese; pubblicato nel 1941, fu una delle prime prove di quel neorealismo di cui tanto si parlera` in seguito. fece subito rumore, suscito` entusiasmi, scandali, discussioni, stroncature; ma soprattutto rivelo` un solido nuovo scrittore. "il racconto di pavese e` cosi` intimamente mosso e commosso, scrisse allora pietro pancrazi che, nel complesso, vince anche la difficolta` dell`arte poetica che si e` imposto. si sente che i personaggi e i paesi del suo dramma gli hanno parlato nel sangue prima ancora che nell`arte. c`e` in "paesi tuoi" un`esigenza umana, e un movimento, un piglio di scrittore serio, che non ingannano."





