
Classiche registrazioni dal vivo a Newport nel 1957. Ci sono anche dei brnaid i Carmen McRae.

Rimasterizzato 2008

Ristampa rimasterizzata





nei primi mesi del 1972 nicole ste`phane, che possedeva i diritti cinematografici di "alla ricerca del tempo perduto", chiede al regista joseph losey se gli sarebbe piaciuto lavorare ad una versione cinematografica del libro. e losey ne propone la sceneggiatura ad harold pinter, gia` suo stretto collaboratore per "il servo", "l`incidente" e "messaggero d`amore". dopo aver letto la "recherche", nell`estate del 1972 pinter compie numerosi viaggi in francia: a illiers, a cabourg, a parigi, per "impregnarsi" dei luoghi proustiani. in novembre la sceneggiatura e` terminata e, dopo ulteriori tagli e limature, agli inizi del 1973 la versione rivista e` pronta e definitiva.

negli ultimi giorni di un processo internazionale per crimini di guerra, un giovane sostituto procuratore si prepara a inchiodare il mostro, un capo di stato colpevole di genocidio. mentre raccoglie i capi d`accusa si ritrova a fare i conti con l`idea stessa di responsabilita`, e con le mille piccole, gigantesche colpe di cui e` fatta la nostra vita. tullio avoledo, friulano, vive e lavora a pordenone nell`ufficio legale di una banca. in questo libro presenta un romanzo giudiziario atipico in cui la parte processuale rimane in ombra, ma non la parte preparatoria, con la sua tensione, le minacce, la dolorosa analisi delle fosse comuni; e al tempo stesso una storia familiare tenera e crudele.


"eccetera" e` la storia di un gruppetto di giovani, in giro su un`auto da una discoteca all`altra, per tutta una notte. "non me ne importa niente della verita` del colore", dice la frase di van gogh posta a esergo. e, in effetti, verosimile e inverosimile sembrano intrecciarsi, contraddirsi, sostenersi a vicenda, gia` nella lingua di quello, dei cinque, che qui e` il narratore in prima persona, una lingua bassa che "lavora" certi luoghi comuni e che, insieme, ha l`aria di essere quasi completamente inventata.



nel 1935 cesare pavese viene condannato a tre anni di confino a brancaleone calabro per aver tentato di proteggere la donna amata, militante nel pci. il carcere, pubblicato solo nel 1948, nasce cosi` da una storia di privata solitudine e riapre il problema del solipsismo intellettuale cui pavese riconobbe, scrivendo dieci anni dopo la casa in collina, di essere ancora legato. l`esilio forzato in un luogo tanto diverso e lontano dal suo mondo piemontese d`origine e` meta` condanna meta` alibi del suo volersi fuori dal mondo, del suo guardare la vita "come dalla finestra del carcere". l`ingegnere, protagonista del romanzo, e` un intellettuale che imputa a se` stesso piu` che al mondo la responsabilita` della propria situazione, rifiutando di riconoscervi delle giustificazioni politiche in un periodo in cui maggiore era il consenso degli italiani al regime fascista, tra la guerra d`abissinia e quella di spagna. il confino diventa atteggiamento, presa di posizione, un modo d`essere che pavese aveva sempre considerato come costitutivo e insieme limitativo della propria esperienza.

