
"lo scoppio della guerra del 1914 - l`effetto prodotto dalla posizione interventista della socialdemocrazia sull`intellighenzia di sinistra - fu l`occasione che determino` la nascita della "teoria del romanzo". la mia posizione radicale si esprimeva in un veemente, globale e, specie all`inizio, poco articolato rifiuto della guerra. inizialmente avevo pensato a una catena di dialoghi: un gruppo di giovani si isola di fronte alla psicosi della guerra alla maniera dei narratori di novelle del decamerone di fronte alla peste; i loro dialoghi avrebbero esplicitato i problemi trattati nel libro, fino a gettare uno sguardo sul mondo di dostoevskij. a un ripensamento piu` attento la "teoria del romanzo" assunse la sua attuale configurazione."


in quest`opera, che puo` essere considerata la sua `summa teorica`, gilson ripercorre la rivoluzione che ha posto le basi del pensiero occidentale. il suo racconto restituisce la vivacita` culturale - nata dall`incontro tra mondo greco, rivelazione cristiana e influenze arabe ed ebraiche - che ha formato gli intellettuali piu` importanti del medioevo: da ambrogio a boezio, da tommaso d`aquino ad alberto magno, da giovanni duns scoto a guglielmo d`ockham. pensatori di cui, con una freschezza espositiva senza pari, il grande studioso illumina ed esplora le riflessioni profondamente moderne. nasce cosi` il ritratto di un periodo ingiustamente definito "buio", ricco invece di fermenti e umanita`: quattordici secoli di idee che hanno fatto il mondo. prefazione di mariateresa fumagalli beonio brocchieri.

zargani ripercorre le traversie della sua famiglia nei sette anni di persecuzione antiebraica: la perdita del lavoro del padre violinista, l`esclusione dalle scuole, il fallito tentativo di espatrio e, dopo l`otto settembre, la fuga vera e propria da torino e infine gli ultimi mesi in una valle di montagna controllata dai partigiani.




