

il libro e` una lunga lettera che piero ottone scrive ai suoi tre piccoli nipoti. una serie di riflessioni dell`autore sul grande gioco che e` la vita: "ora vi scrivo una lettera. non certo per risparmiarvi le ambasce che vi attendono, non certo per farvi evitare gli errori: altro ci vuole. forse per aiutarvi a capire, qualche volta, se ci riesco. ma soprattutto, per rimanere un po` piu` a lungo fra voi. e per farvi sentire, quando leggerete e capirete, che vi sono stato molto vicino".

un percorso che risale alla radice dello scontro tra islam e occidente e che s`interroga sui motivi della radicale opposizione fra la comunita` musulmana mondiale e la societa` industrializzata e sulle ragioni dell`ostilita` dell`islam radicale verso gli stati uniti. la nozione di "jihad", ripercorsa attraverso i secoli, conosce progressivi aggiustamenti, passsando da semplice proselitismo religioso a vera e propria dottrina morale e politica. una ricostruzione che va dal crollo dell`impero ottomano, che segno` la fine dell`indipendenza dei paesi mediorientali e determino` una frammentazione del territorio del tutto estranea alla storia culturale dell`area, fino all`attuale sentimento di rivincita nei confronti degli stati uniti.


il testo propone un campionario dei vocaboli piu` significativi e ricchi di storia della lingua italiana, compresi diversi termini stranieri ormai entrati nell`uso quotidiano, e presenta inoltre alcune parole o espressioni piu` o meno antiche ma rivestite di significati nuovi e altre del tutto nuove, usate comunemente dai mass media o nel gergo giovanile.

giulio ed emma turchi, i protagonisti di questo inedito e singolarissimo carteggio d`amore, non appartengono solamente alla storia politica dell`antifascismo. la loro e` la storia di un amore coniugale a cui si sono frapposti, come una barriera implacabile, diciassette anni di carcere e di confino. una storia di dedizione e di tenerezza, percorsa da una fortissima intensita` affettiva. nel corso dei diciassette anni emma seguira` giulio come un`ombra, da un luogo di pena all`altro, abitando e lavorando nella stessa citta` del carcere quando possibile, per poterlo incontrare a colloquio ogni volta che le sara` permesso. anni lunghi e inesorabili in cui i due si scrivono ogni volta che viene loro consentito, ora una, ora due volte la settimana, ora piu` raramente, con un`ostinazione che non conosce cedimenti. le lettere acquistano cosi` via via spessore. diventano veementi documenti di resistenza e di denuncia dello stato di prepotenza e di grigia mancanza di liberta` in cui si trovava il paese. dopo la guerra e la liberazione, giulio prendera` il suo posto di dirigente nelle file del partito comunista. sara` eletto nel 1948 deputato al parlamento, e nella successiva legislatura, sempre alla camera, avra` l`incarico di questore. emma continuera` a stargli vicino fino alla morte di lui, nel 1974. soltanto a distanza di piu` di sessant`anni quelle lettere, riordinate dalla figlia gioia, vengono oggi alla luce: documento potente di un dimensione intima che ha saputo resistere all`asprezza dei tempi.