

nel 1810, mentre l`europa e` sconvolta dal turbine napoleonico, jack aubrey, intrepido comandante della royal navy, si gode un meritato riposo dopo le imprese che l`hanno visto catturare numerose prede nemiche a ogni latitudine. ma le gioie della vita familiare, tra la moglie sophia, le due piccole figlie gemelle e la suocera ristabilitasi in salute ma economicamente sul lastrico, non ne appagano la sete d`avventura: il suo elemento naturale - il solo che conosca veramente - e` il mare, cui guarda con nostalgia dalla propria casa. l`arrivo dell`amico stephen maturin lo scuote dal torpore. stephen, da autentico uomo di mondo qual e`, gli ha procurato il comando (e la nomina temporanea a commodoro) di una fregata, la boadicea, ammiraglia di una squadra allestita per neutralizzare quattro potenti navi francesi che stanno ostacolando le rotte dei velieri della compagnia delle indie nelle acque di mauritius e della re`union, le due isole (possedimento francese) al largo del madagascar affacciate sull`oceano indiano. stephen accompagnera` l`amico non solo in qualita` di medico di bordo, ma anche come consigliere politico, peraltro attento osservatore, da naturalista appassionato, della flora e della fauna di quei luoghi. cosi`, tra i malumori dei comandanti agli ordini di aubrey e i cannoni che sparano contro le batterie costiere, si prepara un epico scontro navale, in cui il talento, gli elementi e la fortuna saranno come sempre gli arbitri della vittoria. ma per jack, ormai da quasi un anno privo di notizie dall`inghilterra, si annuncia un`altra sorpresa...

Della sua storia militare, quando nel 1958 l'ultimo custode lasciò la struttura oramai disarmata, senza i cannoni in cupola, rimase alla mercé dei vandali e all'oblio del tempo. Per opera della comunità montana alta valtellina, il forte, pur rimanendo di proprietà demaniale, fu restaurato e aperto al pubblico. Con ciò iniziò ad esserci un certo interesse verso quella struttura, di cui molti cittadini conoscevano l'esistenza, ma pochi l'avevano visitata. Con l'uscita, nel 1984, di un articolo dell'ingegner stefano zazzi sul forte, anche gli studiosi iniziarono ad interessarsi alla sua storia.
