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un volume per lo studio e il ripasso del programma di estimo, adatto agli studenti degli istituti tecnici e per affrontare la prova di abilitazione professionale che consente di iscriversi all`albo dei geometri. il testo fornisce spiegazioni chiare di tutti gli argomenti importanti, accompagnate da test di verifica, esercizi di` approfondimento risolti e commentati, immagini e tabelle. completano l`opera numerosi approfondimenti tecnici e storici dedicati a chi vuole saperne di piu`.

a un corso di horowitz, a salisburgo, si incontrano tre giovani pianisti. due sono brillanti, promettenti. ma il terzo e` glenn gould: qualcuno che non brilla, non promettente, perche` e`. una magistrale variazione romanzesca sul tema della grazia e dell`invidia, di mozart e salieri, ma ancor piu` sul tema terribile del "non riuscire a essere".

il monaco, il cavaliere, il contadino, l`intellettuale, l`artista, il mercante, la donna, il santo, l`emarginato: l`affascinante mondo medievale attraverso le sue figure piu` significative.

"in questo libro ignazio majore intende presentare una sintesi dell`analisi mentale, aggiornata a oggi. si confronta, quando appare necessario, con la psicoanalisi, matrice insostituita e insostituibile dalla quale proveniamo. non esisteremmo senza la sua lezione. dopo cento anni di psicoanalisi, dovremmo pero` essere in grado di vagliare i presupposti teorici di questa scienza. e il presente scritto, pur nelle sue limitate dimensioni, si propone di indicare il motivo fondamentale che rende necessaria sia una revisione della teoria psicoanalitica, sia una nuova maniera di interpretare la malattia mentale e di comprendere il funzionamento della psiche dell`uomo."

il volume considera unitariamente il periodo di storia tedesca che va dall`inizio della riforma luterana (1517) alla fine della guerra dei trent`anni (1648). opzione interpretativa dell`autore e` che l`ultimo terzo del cinquecento costituisca nella storia tedesca un`epoca anticipatrice sotto il profilo delle dinamiche di modernizzazione statuale e sociale, dinamiche che furono messe in discussione dalla grave crisi della guerra dei trent`anni e che poterono consolidarsi solo a partire dalla seconda meta` del seicento.

quarta raccolta della sua prodigiosa giovinezza, e` anche il primo libro che palazzeschi riusci` a pubblicare - grazie all`interessamento di un personaggio d`eccezione come filippo tommaso marinetti - al di fuori del ristretto ambito della natia firenze. in particolare, il componimento che da` il titolo al volume e` ben presto entrato a far parte dei testi canonici della poesia del novecento, siglando una componente essenziale della poetica palazzeschiana, giocosa e anarchica, spesso confusa meccanicamente con il futurismo. snodo fondamentale per tutte le avanguardie del xx secolo, ha avuto una bizzarra sorte editoriale, non essendo mai piu` stato ristampato come raccolta a se` dopo la prima edizione del 1910. introvabile da gran tempo nelle nostre librerie, quest`opera si riaffaccia ora finalmente alle stampe, riproponendosi intatta nella sua forza alle nuove generazioni di lettori che vedono ancora nella poesia una fonte inesauribile e bruciante di verita`.

questo romanzo racconta la crisi dei quarant`anni di vel`caninov, un facoltoso, ozioso e mondano proprietario terriero. soffre d`insonnia, e` angosciato da una vago senso di colpa, ha perfino delle allucinazioni o per lo meno crede di averle. un uomo con un nastro nero di lutto sul cappello lo segue e lo sorveglia. si tratta di pavel pavlovic, un funzionario statale di provincia, la cui moglie, anni addietro era l`amante di vel`caninov. un rapido esame convince vel`caninov che pavlovic, l`eterno marito, non puo` sapere che la moglie l`ha tradito con lui. ma allora perche` tanta ambiguita`? cosi` comincia un rapporto bizzarro simile ad un duello portato avanti da due schermitori abili e accaniti...

Bene mio e core mio viene messa in scena da Eduardo De Filippo nella stagione teatrale 1955-’56; la commedia ripropone temi cari ad Eduardo, quelli legati ai conflitti che si sviluppano all’interno della famiglia, in questo caso rappresentata da una coppia di fratello e sorella.

un narratore "collettivo", voce di un gruppo di coetanei maschi, rievoca a vent`anni di distanza la vicenda delle cinque sorelle lisbon, oggetto proibito della loro adolescenza, avvolte in un`aura di mistero che la tragica fine comune - si sono tutte tolte la vita nel breve spazio di un anno - ha fissato per sempre. nella memoria di questi antichi, tenacissimi spasimanti, esse divengono il simbolo di una possibilita` remota e perduta: l`irruzione di un fremito ignoto nel mondo tranquillo, ordinario, opprimente dell`america suburbana degli anni settanta. il libro segna l`esordio folgorante di uno scrittore poco piu` che trentenne, ma gia` padrone di uno stile e di un universo letterario affatto personali.

otto adolf eichmann, uno dei comandanti delle ss responsabili dell`organizzazione della cosiddetta "soluzione finale", fu processato nel 1961 a gerusalemme, avendo commesso crimini contro il popolo ebraico, crimini contro l`umanita` e crimini di guerra sotto il regime nazista. hannah arendt assistette al processo come inviata del "new yorker" e ne nacque un libro scomodo, che pone le domande che non avremmo mai voluto porci e da` risposte che non hanno la rassicurante certezza di un facile manicheismo. il suo resoconto, spiega ezio mauro nella sua prefazione, e` "il tentativo di recuperare una misura umana di razionalita` che consenta di mandare avanti il mondo dopo auschwitz": e` un`esplorazione attenta e appassionata del contesto storico e politico, un`analisi del tempo nazista, indispensabile per capire come quella quotidianita` ordinaria e mediocre abbia potuto farsi strumento dell`orrore. questo tipo di indagine diventa necessaria poiche` "quel che si vede e quel che si sente non riescono a restituire la portata dell`accaduto che resiste al diritto, alla giustizia, alla pieta`, dunque alla comprensione". sprovvisto di qualsiasi tipo di eccezionalita`, concentrato sulla corretta esecuzione del compito assegnatogli, eichmann e` l`incarnazione "banale" del male, che per questo risulta tanto piu` terribile, perche` i suoi servitori piu` o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. i macellai del nostro tempo non hanno la "grandezza" dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano. prefazione di ezio mauro.

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