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"tra le parole che il fascismo aboli` e che noi vorremmo ora riporre in grande onore c`e` anche la parola forse". naturalmente, col termine "fascismo", pancrazi - critico letterario, osservatore di costume, commentatore di idee riassumeva tutti gli stili da regime, contro cui si scontrava la sua opera, di liberale, per l`affermazione della liberta`. e sono gli stili da regime come si andavano gia` ripresentando negli anni quaranta (l`intolleranza, la professione di idee che diventa propaganda, lo stato interventista in questioni culturali, l`ipocrisia moderatista, la critica letteraria retorica e fine a se stessa), l`obiettivo della paziente e acuta profondita` di questi scritti pieni di "forse".

questo libro si propone di illustrare, attraverso una ricognizione puntuale e approfondita dell`opera narrativa e saggistica di joyce, il suo impegno e la sua padronanza di un mestiere che e` al tempo stesso mistero, il mistero della scrittura come creazione. lo rivelano in primo lugo le sue lettere, che forniscono l`involontaria versione finale di quell`autoritratto che egli aveva cominciato a disegnare fin dai primi anni a dublino. e la rivelazione, oltre che nelle sue opere maggiori, e` ancora piu` chiara in quelle da lui respinte o lasciate incompiute.

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