da sempre le grandi civilta` preclassiche dell`oriente mediterraneo, dall`egitto alla mesopotamia, dall`anatolia alla siria all`iran, sono state fonte d`ammirazione per l`imponenza colossale di celebri opere architettoniche, dalle piramidi di giza alla torre templare di babilonia al centro cerimoniale di persepoli. questa dimensione monumentale ha contribuito da sola a definire agli occhi dell`occidente l`elemento distintivo e il limite fatale di tutta l`arte orientale antica, cioe` la sua immutabilita` e ripetitivita` ossessiva e straniante. risalente a una sorta di eta` preistorica, l`espressione artistica di quelle civilta`, cosi` dedita al meraviglioso, sarebbe stata del tutto estranea al rapporto con la storia, che con le sue costanti trasformazioni sarebbe divenuta prerogativa fondamentale ed eccellenza dell`arte greca, romana e tardoantica. in realta`, nella prospettiva di paolo matthiae, proprio il ritratto, forma espressiva realistica e quindi storica tra tutte, costitui` fin dagli inizi del iii millennio a.c. una dimensione specifica di tutte le culture artistiche dell`oriente antico.