


piccolo trattato messaggero di grandi e sconvolgenti verita`, secondo la definizione dello stesso galileo, il sidereus nuncius e` un testo epocale non solo per la storia della scienza ma anche per l`immaginario dell`uomo barocco. le scoperte di cui si fece araldo, oltre che contribuire ad abbattere il paradigma aristotelico e tolemaico fondato sulla rigida distinzione tra il cielo e la terra, destarono sentimenti contrastanti di entusiasmo e di smarrita inquietudine su letterati, artisti, filosofi e, fatto insolito nella cultura italiana, sulla gente comune. il cannocchiale, per la prima volta descrittovi diffusamente, usci` con quest`opera rivoluzionaria dai recinti specialistici dell`ottica per rivestirsi di valori simbolici che si riverberarono, come si dimostra nell`introduzione, sull`estetica, sull`etica e sulla critica letteraria, alimentando perfino una prosa fantascientifica conseguente alla scoperta di nuovi mondi. galileo, nanimemente vittorioso nel confronto con cristoforo colombo, ottenne con il sidereus una fama ecumenica, dalla russia alla cina, fino al giappone, divenendo subito presso i poeti, da marino a milton, lo scienziato piu` rappresentativo della modernita`.

in questo nuovo capitolo della sua opera, luciano erba sembra muovere ancora di piu` il suo sguardo verso il sottile mistero di una quotidianita` in apparenza quieta e indifferente, e che invece presenta atmosfere sottilmente turbate, momenti di vertigine ansiosa. e sorprendente osservare come nel corso dei decenni l`autore di "remi in barca" non solo non abbia mai smarrito la nitidezza e l`incanto della sua pronuncia, ma abbia saputo ogni volta proporsi con una freschezza e una vitalita` che rendono impeccabile la ben nota grazia dei suoi versi. che pure, con il passare degli anni e delle eta`, si fanno sempre piu` venati o internamente increspati da una naturale vena di malinconia, dal senso del tempo che passa e ci cancella a poco a poco. ma luciano erba e` poeta di raffinate sfumature, non di colori forti e netti, e allora sa passare, con assoluta naturalezza, da accenti di velata tristezza all`emozione autentica e leggera di quegli impagabili momenti in cui il tempo sembra assentarsi pigramente, lasciandoci abitare, piacevolmente sospesi, nella pace e nell`armonia di un presente assoluto. sono gioie feriali, nelle quali pero` si assapora una sorta di metafisico abbandono, e luciano erba sa trasmettercene il gusto pieno.



israele, guerra dei sei giorni. avram, orah e ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un ospedale di gerusalemme. i tre ragazzi si uniscono in un`amicizia che si trasformera`, molto tempo dopo, nell`amore e nel matrimonio tra orah e ilan. dopo trentasei anni, orah e` una donna separata, madre di due figli, adam e ofer. quest`ultimo, militare di leva, accetta di partecipare a un`incursione in cisgiordania. preda di un oscuro presentimento, orah decide di abbandonare tutto e partire, per non essere presente quando gli ufficiali dell`esercito verranno a darle la notizia della morte del figlio. ad accompagnare la donna c`e` avram, ricomparso nella sua vita dopo piu` di un ventennio. il loro viaggio diventa occasione di riflessione e di rimpianto, ma anche di gioia e tenera rievocazione. fino a che arrivera` il momento di tornare a fare i conti con il presente che, tutt`intorno, preme inesorabile.




tre volte, nel corso della sua storia, l`umanita` e` stata profondamente trasformata dalla tecnologia: 100.000 anni fa il controllo del fuoco ci permise di elaborare un linguaggio (prima era); 10.000 anni fa lo sviluppo dell`agricoltura porto` alla nascita delle citta` (seconda era); 5.000 anni fa le invenzioni della ruota e della scrittura aprirono la strada allo sviluppo di quello che sarebbe diventato lo stato-nazione (terza era). oggi ci troviamo sulla soglia di un quarto cambiamento epocale innescato dall`avvento dell`intelligenza artificiale (ia). nel suo racconto di come siamo giunti in questa storica fase del nostro cammino evolutivo, byron reese illustra le piu` discusse e autorevoli teorie formulate sull`intelligenza umana e su quella artificiale, esplorando le numerose problematiche (quelle di natura tecnica, ma anche i loro risvolti etici e politici) e le incredibili opportunita` che l`umanita` ha ormai di fronte a se`. riusciremo a costruire macchine in grado di apprendere e che finiranno per rimpiazzarci in ogni ambito lavorativo? potremo attribuire a esse una coscienza? siamo sicuri di sapere esattamente che cosa sia la coscienza e che rapporto abbia con il nostro cervello? applicheremo la robotica piu` avanzata a ogni ambito della nostra esistenza? finiremo per "disumanizzarci"? oppure la tecnologia sara` al servizio del nostro benessere, del progresso scientifico, economico e civile, cosi` come e` sempre stato nel corso della nostra storia? queste sono solo alcune delle questioni sulle quali reese si sofferma nel corso di un viaggio che e` anche e soprattutto un inno alle grandi potenzialita` dell`intelletto umano.

e un`europa che sonnecchia sotto la neve, ma , quella dei primi mesi del 1933. un`europa malata, tanto che il medico, mentre la ausculta e le fa dire , ha un`aria preoccupata. non e` un medico, simenon, non ha rimedi da prescrivere, ma ha il fiuto, la curiosita` e la cocciutaggine del reporter di razza. e non esita ad attraversarla, questa europa, dal belgio a istanbul, spingendosi fino a batum e concentrando la sua attenzione soprattutto sui : quelli dell`ex impero zarista. risoluto a ignorare le , simenon ci offre, sul continente negli anni tra le due guerre, una testimonianza preziosa, fatta di immagini, episodi, annotazioni, dialoghi, scenari (alcuni dei quali torneranno, trasfigurati, nella sua narrativa). e non meno preziose sono le fotografie che scatta in viaggio, e che accompagnano il volume: perche` ancora una volta, nelle stradine ghiacciate di vilnius come nelle desolate campagne della polonia, nella berlino che assiste all`incendio del reichstag come nel sordido dormitorio dei poveri di varsavia, nello studio di trockij sull`isola di prinkipo come nel miserabile mercato di odessa (e perfino negli alberghi di lusso delle grandi capitali europee, popolati di sagaci portieri, stravaganti banchieri, ricche dame annoiate e nevrasteniche, truffatori e avventuriere di alto bordo), quello che interessa a simenon e` stanare l`, e mostrarcelo, come fara` poi nei suoi romanzi, con compassione infinita e senza mai emettere giudizi. con una nota di matteo codignola.

1975 Arch Records. Antologia di musica sperimentale contemporanea e spoken word. Opere di Charles Amirkhanian, Clark Coolidge, John Cage, John Giorno, Anthony Gnazzo, Charles Dodge, Robert Ashley, Beth Anderson, Brion Gysin, Liam O'Gallagher, Aram Saroyan. Le composizioni di Aram Saroyan e Anthony Gnazzo sono registrate sul groove centrale che permette al pezzo di avere una durata infinita.

si chiamano vinca, valentina, augusta, silvia, xenia, anna, milly, emanuela. otto ragazze attorno ai vent`anni che si ritrovano tutte al collegio grimaldi di roma, tra l`autunno del 1934 e l`estate del 1936. diverse per origine geografica e familiare, si affacciano alla vita adulta con attese differenti - l`amore, l`emancipazione professionale e intellettuale, il ritorno alle origini, la partenza -, e chiuderanno il loro percorso con scelte altrettanto differenti. sperimentale nello stile e nei contenuti, "nessuno torna indietro" rivoluziona il canone della narrativa di formazione: originale e` l`adozione di un punto di vista multiforme, che non si disperde in un coro ma mantiene vive le specificita` delle singole voci; inedita e` la totale mancanza di giudizio, implicito o esplicito, sui percorsi delle otto protagoniste; del tutto nuova, in particolare, la rottura dell`unita` di quell`immagine femminile che aveva dominato la cultura e la societa`, fino alla "donna nuova" creata dal regime. accolto fin dal primo apparire, nel 1938, da grande successo, il romanzo d`esordio di alba de ce`spedes esplora la formazione dell`identita` femminile nell`italia fascista senza voler proporre storie esemplari, facendo conoscere da subito l`autrice come una delle grandi voci letterarie del novecento.

leonardo da vinci fu pittore, scultore e scienziato tra i piu` grandi di tutti i tempi. ebbe un`altra dote particolare, pero` meno conosciuta: era un abilissimo e affascinante narratore. incantava i suoi ascoltatori anche improvvisando favole, leggende e... indovinelli. eccole qui, tutte queste divertenti "invenzioni", ad incantarci e stupirci cinquecento anni dopo, in un`edizione estremamente curata anche nella veste grafica.

