
jacques austerlitz e` un professore di storia dell`architettura, studioso di quei luoghi che, soprattutto nell`ottocento, tendevano ad assumere forme involontariamente visionarie. alto, dinoccolato, molto somigliante a wittgenstein cui lo accumuna un vecchio zaino che costantemente porta in spalla, austerlitz vive a londra in un appartamento spoglio, privo di affetti e povero di amicizie. dietro la sua dottrina si spalanca il vuoto. austerlitz semplicemente non sa chi e` e a un certo punto si mette alla "ricerca delle proprie tracce". il passato riemerge lentamente ed e` lacerante: tutta la sapienza dell`autore sembra concentrarsi in questo itinerario di ricerca assolutamente angosciante.


sono l`ottica e il metodo del grande studioso, la sintesi ampia, chiara e puntuale in cui e` organizzata la materia, la vastita` del disegno, la compiutezza dell`analisi a rendere attuale ancora oggi questo libro, uscito per la prima volta nel 1958. se il barocco romano - caravaggio, bernini, borromini, ma anche algardi, rainaldi e maratti - costituisce il nucleo del saggio, l`aspetto piu` innovativo che lo caratterizza e` l`attenzione costante rivolta alle aree culturali