hofmannsthal e` il cardine di questa magistrale opera al tempo stesso critica e narrativa, dove broch ci conduce lungo traiettorie concentriche nello spazio e nel tempo. ne risulta il ritratto di un`epoca in cui si sviluppo` tumultuosamente , e che sembro` culminare nella vienna dei primi due decenni del novecento - epoca di immensa ricchezza e al tempo stesso minacciata da un irreprimibile vuoto e dalla corrosione di ogni valore. broch la ritrae in ogni sua sfaccettatura in inghilterra, francia e germania, prima di concentrare il suo sguardo sull`austria asburgica, "il paese felice senza speranza", il luogo dove la crisi ha toccato l`acme e l`orpello abbellisce qualcosa di sempre piu` inconsistente. soffermandosi su hofmannsthal, nel cuore del libro, broch ne ricostruisce la storia familiare, per poi raccontarne l`infanzia e l`adolescenza di ragazzo prodigio, l`isolamento fra i letterati viennesi, la disperazione di fronte alla crisi del linguaggio e la ricerca di nuove vie la` dove "la parola non sa piu` dire la cosa". una dialettica fra negazione del ruolo di scrittore e urgenza espressiva che appartiene allo stesso broch, il quale, rispecchiandosi nell`ansia etica di hofmannsthal, e narrandoci con tanta partecipe sapienza il suo tempo, ci regala anche una profonda e rivelatrice autoanalisi.
constant racconta qui i primi vent`anni della propria vita: la nascita, l`educazione discontinua sotto la guida di un padre vedovo, sino alla fuga in inghilterra. il narratore non risparmia il sale dell`ironia neppure alla sua persona e ai suoi amori. dal suo beffardo umorismo si salva solo l`amica di sempre, cui sono dirette le bellissime lettere dall`inghilterra che completano il volume.
maestro riconosciuto e venerato, ma anche occultato, della linguistica americana, harris ha sempre manifestato l`esigenza di introdurre la matematica nello studio della propria disciplina. ed e` una struttura matematica l`ordinamento gerarchico delle parole cui egli ricorre per dare conto della frase corretta e sensata. inoltre harris mostra costante attenzione per il significato: a sintassi e semantica va a suo giudizio attribuito un identico peso. ed e` proprio tale atteggiamento che gli permette di gettare luce sugli aspetti irriducibilmente paradossali del linguaggio: questo strano oggetto dove un supporto altamente formalizzabile (la sintassi) sostiene l`efflorescenza dei significati, che sfugge tuttora alle gabbie formali.
morte dell`inquisitore (1964) occupa un luogo del tutto a parte nell`opera di leonardo sciascia. la ragione ne fu data dall`autore stesso: . un libro, dunque, fondato su un mistero non del tutto svelato, forse non del tutto svelabile. e inoltre il libro dove sciascia ha disegnato la figura di un suo antenato ideale, l`eretico diego la matina (). il tema dell`inquisizione, infine, rimane (e rimarra` sempre) quanto mai delicato, perche` - come scrisse sciascia stesso con memorabile efficacia - . parole che ci fanno intendere, come meglio non si potrebbe, l`attualita` immediata che questo libro ha per noi e confermano un`altra annotazione di sciascia: .
in tutti e tre i racconti che compongono questa raccolta muriel spark ci proietta in uno scenario molto diverso da quelli altamente anglici a cui ci ha abituati: l`africa, dove si trasferi`, giovane sposa, nel 1937, rimanendovi suo malgrado, a causa della guerra, fino al 1944. l`africa nera di un`asfittica colonia inglese popolata di piantatori con velleita` letterarie e mogli brille e incarognite che dormono sempre con la pistola sul comodino, "posto feroce" che "tira fuori il lato piu` crudele" di ciascuno, e dove avvengono quei continui omicidi fra bianchi che tanto incuriosiscono chi, in patria, ne legge placidamente le cronache sul giornale bevendo il te` del mattino. qui incontriamo la giovane sybil che, catapultata nell`altro emisfero, vi trova proprio la compagna di scuola che detestava di piu`; o daphne, ossessionata dal grido funereo e premonitore dell`uccello va`-via: giovani donne che guardano con spietato disincanto il malevolo consorzio umano che le circonda.
come schegge proiettate dall`esplosione di un secolo che si avvia facinorosamente alla fine sono le 42 microbiografie che compongono questo libro: gandhi e chaplin, leonid teljatnikov o jacques lusseyran, montagu norman o rathenau e perfino nuvolari.
sebald si e` spesso presentato ai lettori nei panni del viandante saturnino, sulle tracce degli autori prediletti oppure intento a ricostruire le traiettorie di esistenze errabonde e sradicate, attraverso paesaggi sempre vividamente descritti, si tratti del suffolk o di una citta` italiana. in realta` e` stato soprattutto un viaggiatore nel tempo, perche` : e se la storia obbedisce a leggi imperscrutabili, resta quanto meno la possibilita` di cogliere, vagabondando in liberta` attraverso il passato, barbagli di una verita` che ci sarebbe altrimenti negata. accade quando sebald, in corsica, scopre il tenace rapporto - perturbante per noi che tendiamo a sbarazzarci della memoria come di una zavorra - che li` da sempre si intrattiene con i morti, e in particolare la sorprendente figura dell`acciatore, vero ponte fra la vita e l`aldila`. o quando la cronaca - fissata nei diari - del viaggio da praga a parigi compiuto da kafka nel 1911 insieme a max brod gli si rivela misteriosamente un riverbero dei suoi stessi ricordi, al punto che le varie tappe gli sono . o, ancora, quando grazie a nabokov, incarnazione del senso piu` vertiginoso dell`esilio, comprende che . laddove, come in queste pagine, l`impresa abbia successo, si attinge infatti .